“Quando abbiamo analizzato i dati, ho avuto questa sensazione: come se finora, per ogni paziente, avessimo avuto a disposizione un libro di 500 pagine molto approfondito e con tantissime informazioni, ma con le ultime 10 – quelle con le conclusioni – incollate e illeggibili. Improvvisamente invece stavamo riuscendo a decifrarle”.
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