La carenza di sangue in Sardegna si fa più acuta in estate e ora necessita di una pronta risposta da parte di tutti. Il problema consiste nella mancanza di donazioni di sangue in proporzione al numero di pazienti talassemici sul territorio. Pazienti che necessitano regolarmente di trasfusioni per vivere una vita normale e la cui concentrazione, nell’isola, è molto alta.
Basti sapere che quasi il 12 per cento della popolazione sarda è portatrice sana di beta talassemia e che per questo motivo il numero dei possibili donatori di sangue nell’isola diminuisce notevolmente, mentre la probabilità di esserne colpiti aumenta.
La regione, per supportare le terapie salvavita dei numerosi pazienti attinge durante tutto l’anno per compensazione da altre regioni, ma d’estate l’emergenza diventa grave. Il problema sorge quando anche le altre regioni iniziano a soffrire dello stesso tipo di carenza di sangue a causa della mancanza di donazioni ed hanno difficoltà loro stesse nel sostenere la propria autosufficienza regionale.
Matteo Pusceddu, 42 anni, presidente di ThalassAzione (Associazione regionale sarda di Talassemici), e grafico, ci ha spiegato cosa avviene in questi giorni ai pazienti come lui che, mentre cercano di vivere una vita normale, si trovano a confrontarsi con la carenza di cure.
L’estate è un periodo difficile per la raccolta sangue. La Sardegna in particolar modo necessita di consistenti scorte per far fronte al numero dei pazienti talassemici. Qual è la situazione nella regione?
La settimana scorsa la situazione era drammatica. Giovedì 20 agosto cinque persone si sono presentate nel reparto specializzato di Cagliari e tutte e cinque sono state rimandate a casa perché non c’era sangue. Ma il numero di chi ha necessità di una trasfusione è molto più alto perché tante persone sono state avvisate di non presentarsi in ospedale per ricevere la terapia che non era a disposizione.
Nella regione il bisogno di sacche di sangue supera la raccolta, i talassemici sono 1100 su una popolazione di 1 milione e 600mila abitanti e in estate aumentano. Oltre ai turisti arrivano i lavoratori stagionali e quindi anche le persone talassemiche. Aumentano gli incidenti e tutte queste situazioni necessitano di buone scorte di sangue. Io sono stato fortunato, giovedì ho ricevuto due sacche invece di tre.
E cosa succederà alle persone che sono state rimandate a casa senza trasfusione?
Tutte hanno rieffettuato il prelievo della compatibilità e si ripresenteranno per fare la trasfusione. Lunedì dovrebbero essere arrivate sacche da altre regioni per compensazione e alcune delle persone rimandate a casa dovrebbero aver ricevuto la terapia.
Rimandare di qualche giorno la terapia salvavita che cosa implica a livello di benessere fisico e psicologico?
Se una persona in quel momento non sta accusando particolari dolori e problemi dell’organismo legati all’emoglobina bassa, proverà sicuramente fastidio per un viaggio compiuto a vuoto. Il reparto di Cagliari in tutta la regione è il più grande e storico ad offrire questo tipo di terapie, quindi arrivano qui i pazienti da tutta la Sardegna. Per chi invece sta male fisicamente, è in preda all’incertezza di quando finiranno i dolori…
Che dolori?
I dolori variano molto da persona a persona e si presentano con l’abbassarsi dei valori dell’emoglobina. Alcuni non stanno male con l’emoglobina sotto i 10 g/dl, invece altri stanno malissimo. A me a volte viene dolore articolare e sento delle fitte all’interno della schiena. E’ segno che il midollo cerca di produrre sangue e non riesce. L’organismo si sforza inutilmente a produrre sangue. In genere si prova affanno e senso di stanchezza.
Hai delle ripercussioni nel tuo stile di vita?
Se i valori dell’emoglobina sono bassi non è possibile compiere le azioni della quotidianità come di consueto. Provo a compiere i piccoli sforzi che tutti sono portati a svolgere nella vita normale, come le pulizie di casa, ma i giorni in cui attendo la trasfusione mi è difficile e a volte non riesco, perché non ho le energie.
E dopo la trasfusione?
Il giorno dopo la trasfusione riesco a fare tutto quello che non riuscivo il giorno prima. Ho più energie e riesco a tornare alla mia vita. Anche in altre occasioni mi è capitato di notare che avere un livello di emoglobina vicino alla normalità mi permetta di svolgere le attività del quotidiano, come può essere il fare una bella nuotata, quando il giorno prima non è possibile. Certe volte penso che noi talassemici siamo come un’automobile che ogni tanto finisce la benzina. Per tornare ad essere scattanti dobbiamo fermarci a fare il pieno.
E i cittadini possono in qualche modo intervenire per permettere il rientro dell’emergenza?
Certo, rivolgendosi ai centri trasfusionali e donando sangue. Per chi dona sangue provo una sensazione di gratitudine che non riesco a spiegare. E’ il gesto che fa la differenza.