Non sarà un’emergenza, ma qualcosa a Genova sta accadendo. Parliamo della carenza di sangue che rischia di ostacolare alcuni interventi.
Il direttore del centro trasfusionale dell’ospedale pediatrico più importante in Italia, quello del “Gaslini” di Genova, è stato costretto a rimandare un intervento chirurgico «perché mancava il sangue – ha detto Gino Tripodi a La Repubblica – ed è la prima volta che accade in 16 anni».
Non potendo contare sulla certezza di avere le sacche necessarie, Tripodi avrebbe dunque deciso di rinviare tale operazione molto complessa e della durata di oltre dieci ore; non un intervento di routine, insomma. Un’operazione “soltanto” posticipata e già fissata in altra data, ma il problema resta.
«Avrei voluto non ci capitasse mai: adesso però – ha scritto Tripodi, in una missiva indirizzata via mail ai dipendenti del nosocomio genovese – non correte a donare il sangue, ma cambiate abitudini e diventate, d’ora in poi, donatori».
Nessuna emergenza, insomma, ma certamente un calo delle donazioni specie tra i giovani; proprio come ci aveva detto il presidente di Fidas Liguria, Emanuele Russo. Ma non soltanto.
Un altro aspetto interessante che emerge dall’intervista di Michela Bompani di Repubblica, al direttore del centro trasfusionale del “Gaslini”, è l’incidenza della crisi economica e occupazionale sulle donazioni. L’articolo di Bompani, infatti, pone in relazione il calo di queste ultime con il venir meno delle donazioni dei dipendenti di colossi industriali genovesi, quali Italsider e Ansaldo, fabbriche che «erano bacini di utenza di molti donatori».