Ho cominciato a donare sangue quando avevo 18 anni, e ora ne ho 32 e abito a Vico del Gargano. Nella mia famiglia siamo sette, tra fratelli e sorelle, e abbiamo quasi tutti cominciato a donare molto presto. Siamo stati fortunati perché un caro amico di famiglia, che oggi è un punto di riferimento per il mondo delle raccolta sangue, ci ha introdotto alla cultura della donazione. Lui ci ha parlato di donazioni di sangue e plasma, come un gesto della quotidianità, una cosa normale che dovrebbero fare tutti per aiutare il prossimo. Perciò la prima volta che ho donato, era come se lo avessi sempre fatto: mi sono stupito della semplicità del gesto, un’azione poco impegnativa e che dà molti vantaggi.
Del resto, di donazioni ne avevo sentito parlare in molte occasioni. Ricordo ancora quando ero un bambino e sono venuti i volontari a scuola. Ci hanno coinvolto in un concorso per il quale dovevamo realizzare dei disegni sul tema della donazione. Chi faceva il disegno più bello vinceva dei piccoli premi. Ho un ricordo molto positivo di quella giornata che conservo ancora oggi.
Non appena sono diventato maggiorenne sono entrato a fare parte della Fratres Giovani in modo attivo. In questo periodo in cui il coronavirus obbliga nelle case milioni di bambini, noi volontari abbiamo pensato di realizzare un servizio in cui raccontiamo le fiabe online per far passare le ore ai piccoli, mentre sono a casa. Così riusciamo ad aiutare i genitori, e allo stesso tempo sensibilizzare le famiglie sul tema delle donazioni. Come quando io ero bambino e i volontari mi introducevano alla donazione del sangue attraverso un concorso di disegno, mi piace l’idea di fare qualcosa di buono per tanti, che ora aspettano che finisca questa terribile epidemia.