Mi sono accorto dell’importanza della donazione il giorno in cui sono arrivato all’ospedale accompagnato da Francesco, un mio caro amico. Avevo trent’anni. Ricordo ancora la sala era piena di gente. Quel giorno mi sono presentato a digiuno e il medico mi ha consigliato di bere un caffè perché ero pallido. Alla fine ne ho bevuti tre! È stato molto emozionante trovare nella sala d’attesa tante persone che condividevano il mio slancio verso il prossimo.
Quando invece qualche giorno fa sono tornato al centro per donare, la situazione che ho trovato era un’altra. La sala era vuota e non c’era nessun donatore oltre me. Capisco le ansie di chiunque, abbiamo tutti paura del coronavirus, ma bisogna informarsi: attraverso la donazione del sangue si è più sicuri della propria salute, infatti ti misurano la temperatura e ti fanno anche le analisi del sangue.
Sono cantautore e speaker per Radio Rock. Vincendo nel 2016 il premio Amnesty con la canzone “A solo un metro”, ho capito che è possibile trasmettere alle persone dei messaggi profondi, senza dimenticare di essere leggeri, senza smettere di intrattenere.
Dopo aver donato a febbraio, ho voluto pubblicare un post nella mia pagina Facebook. Volevo fare sapere alle persone che mi seguono, soprattutto ai fan, e a tutti i miei ascoltatori, che la paura si supera con il coraggio. Tutti quanti ora dobbiamo scendere in prima linea per reagire a questa emergenza sangue. Andare oltre la paura del coronavirus, e compiere questo gesto, che oltre ad essere d’aiuto per il prossimo, è salutare per noi stessi.
Quando mi sono accorto cosa significasse donare non ero più un ragazzo. Devo ammettere che il mio unico pentimento è di aver cominciato tardi. Avrei voluto iniziare prima, aiutare più persone e provare prima la sensazione di essere parte di una comunità: quella degli italiani che si aiutano a vicenda, sentire quel senso di comunità che molti ragazzi provano principalmente allo stadio. Mi sarebbe piaciuto che i miei genitori mi avessero istruito sull’importanza di questo gesto così semplice quando ero ancora un ragazzino. Ora che sono io genitore ed ho due figli: Martino di 5 anni e Valentino di 7 anni, non vedo l’ora di trasmettere loro questo valore.
Ringrazio il mio amico che mi ha portato a conoscere il mondo delle donazioni di sangue e plasma e spero di fare anche io con altri quello che ha fatto lui con me.