Filtrare il sangue attraverso l’impiego dei magneti ed eliminare così malattie gravi come leucemia o malaria. È lo studio che sta conducendo l’equipe del dottor George Frodsham, Ceo di MediSieve, lo spin-off dello University College di Londra che si occupa di tecnologia di pulizia magnetica del sangue.
La scoperta è stata casuale, come spiega lo stesso Frodsham, visto che inizialmente l’indagine stava riguardando le nanoparticelle magnetiche si legano alle cellule umane “per poterle evidenziare meglio durante gli esami diagnostici“. Durante lo studio il dottore ha constatato che se era possibile “magnetizzarle” per visionarle meglio, sarebbe stato possibile anche farle trascinare via dal sangue.
Nonostante le prime sperimentazioni siano in attesa di approvazione dalla Mhra (l’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotto sanitari), i primi test dovrebbero iniziare con l’inizio del nuovo anno sui casi di malaria, malattia sulla quale sarebbe più “semplice” intervenire grazie a questa tecnologia. “È la natura stessa del virus a essere magnetica, visto che si attacca ai globuli rossi ricchi di ferro – spiega – e consuma l’emoglobina”. Diverso è invece il discorso se si ragiona su patologie potenzialmente mortali come la leucemia.
Molte delle cellule in questione, infatti, non circolando nel sangue, restano all’interno del midollo osseo o dei linfonodi, motivo per cui è necessario “eliminarle completamente per evitare che il tumore possa tornare a manifestarsi”.
A livello di filtrazione del sangue, il procedimento ricorda quello della dialisi: il sangue viene prelevato dal paziente e mischiato con particelle magnetiche che si legano alla malattia in questione. Una volta che queste sostanze vengono intrappolate grazie all’impiego dei magneti, il sangue pulito viene di nuovo immesso nell’organismo del paziente.
Un sistema, che sta entrando in una fase di trial clinico, potrebbe confermare l’importanza dell’impiego dell’ingegneria in campo medico per la cura di determinate patologie.