Individuare il glioblastoma, il tumore più aggressivo del cervello, attraverso un prelievo del sangue, adesso è possibile. A confermarlo è uno studio condotto dai ricercatori dell’Abramson Cancer Center della University of Pennsylvania che è stato pubblicato sulla rivista Clinical Cancer Research.
L’indagine si basa su una biopsia liquida che permette, oltre a garantire una diagnosi precoce della malattia, anche di personalizzare le terapie in quanto riesce a scoprire i danni genetici da cui ha origine il tumore. La biopsia, che misura il dna tumorale presente nel sangue, permette di stabilire gli aspetti tumorali che a una biopsia classica potrebbero sfuggire: in più è preziosa per tracciare un vero e proprio identikit genetico, stabilendo quali cambiamenti si sono verificati per dare origine alla malattia.
Lo studio, effettuato come pilota, ha coinvolto 42 pazienti e ha permesso di stabilire che le chance di sopravvivenza aumentano nei soggetti che presentano ridotte quantità di dna libero nel sangue. Come ha spiegato la coordinatrice della ricerca, Erica Carpenter, “non è la prima indagine sul glioblastoma che viene effettuata attraverso la biopsia liquida. Tuttavia, è la prima a dimostrare che un prelievo del sangue può avere un valore prognostico della patologia”. Oltre a essere particolarmente aggressivo, il glioblastoma è un tumore che lascia una ridottissima possibilità di sopravvivenza e, soprattutto, che può essere causato da difetti genetici: per questo la combinazione di diverse tipologie di trattamento può essere decisiva.