Un trapianto di reni da donatore vivente grazie alla tecnica robotica. È quello che, nei giorni scorsi, è avvenuto nell’ospedale Maggiore di Novara dove, una madre di 67 anni, ha donato uno dei suoi organi alla figlia di 43, affetta da una grave forma di insufficienza renale. Senza l’intervento sarebbe stata destinata alla dialisi.
Si tratta della prima operazione chirurgica di questo tipo nel Nord Italia. L’équipe, diretta dal professor Alessandro Volpe, ha prima prelevato il rene dalla madre grazie alla tecnica della laparoscopia mini-invasiva, cioè con piccole incisioni dopo aver rilassato la cavità addominale con anidride carbonica. Il trapianto nella paziente è stato poi effettuato con il robot “da Vinci Xi”, con cui fino a oggi la stessa équipe ha eseguito oltre 400 interventi.
Come ha spiegato il direttore generale della struttura ospedaliera, Mario Minola, si tratta di “un risultato importante per Novara, raggiunto grazie al lavoro di squadra tra i diversi team professionali, frutto della collaborazione tra Italia e Spagna (visto che in sala era presente il responsabile dell’équipe di trapiantologia renale della Fundaciò Puigvert di Barcellona, Alberto Breda, ndr)”.
Il vantaggio degli interventi condotti con questa tecnica sta nel poter eseguire delle mini incisioni che hanno permesso di inserire la strumentazione robotica a cui si è aggiunta l’incisione all’altezza dell’ombelico da cui è stato impiantato il rene.