I batteri del cavo orale potrebbero rivelarsi decisivi per una diagnosi precoce del tumore del pancreas. Lo stabilisce uno studio effettuato dall’istituto Karolinska di Stoccolma e pubblicato su Gut, la rivista ufficiale della British Society of Gastroenterology.
I ricercatori hanno analizzato i campioni di fluido pancreatico prelevato da 105 pazienti con cisti ovariche, che non sempre sono maligne, ma per le quali, al fine di stabilirne la natura, è necessaria l’asportazione chirurgica. In base a quanto verificato, nei fluidi pancreatici di chi era vittima di un tumore maligno (e quello del pancreas è uno dei più letali proprio perché spesso viene diagnosticato tardivamente) sono state rinvenute tracce di dna di alcuni batteri del cavo orale. Un risultato che, per certi versi, ha confermato quello ottenuto da un precedente studio che aveva mostrato un eccesso di batteri del cavo orale nella saliva dei pazienti con il tumore del pancreas.
Come ha riferito la dottoressa Margaret Sällberg Chen, a capo del team di ricerca, “aver trovato questa situazione non ha rappresentato un fenomeno completamente inatteso. Questo studio conferma ancora una volta l’importanza di capire meglio l’interazione tra il microbioma (l’insieme di batteri, protozoi, virus e funghi che vive nel corpo dell’uomo, ma soprattutto nell’apparato digerente, ndr) e le patologie in generale. Se ulteriori studi dovessero confermare che i batteri veramente influenzano i processi patologici che portano al tumore, ciò potrebbe portare a nuove strategie terapeutiche usando agenti antibatterici“.