Secondo l’Avis regionale Umbria, al fine di evitare carenze o eccedenze di sangue e plasma sarebbe fondamentale la chiamata programmata. Il problema riscontrato è che però “Avis non è in possesso dei dati necessari, ovverosia soglie minime per gruppo, esigenze settimanali programmate e scorte presenti per ogni servizio immunotrasfusionale.” L’Avis umbra infatti “non è stata messa nelle condizioni di assolvere ai suoi impegni perché i direttori generali delle aziende ospedaliere e delle unità sanitarie locali, firmatari unitamente alla Regione della convenzione vigente, non rispondono nemmeno alle numerose sollecitazioni e richieste avanzate dall’associazione tese ad un miglioramento continuo dei servizi.”
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