Le donazioni di sangue a Terni sono calate sia nel territorio provinciale sia su quello di Terni città. Una diminuzione di donatori e donazioni che preoccupa, in particolare, la sezione comunale dell’Avis di Terni.
«Le donazioni sono in calo. Già il comune di Terni à ha un indice di donatori al di sotto della media nazionale, in più i nostri donatori hanno diminuito nel tempo le donazioni pro capite, chi donava tre volte l’anno è passato a due, o da due a una sola donazione annuale, e c’è anche chi ha smesso completamente» a rivelare le sue preoccupazioni a DonatoriH24 è Patrizio Fratini, presidente di Avis Comunale Terni.
È stato evidenziato, da un sondaggio fatto recentemente dal servizio immuno trasfusionale di Terni, che i donatori preferiscono donare individualmente, non chiamati dalle associazioni. «Ciò che non tutti i donatori capiscono è l’importanza della chiamata. Tenendo conto che una sacca di sangue dura 42 giorni, il sangue deve essere donato soprattutto nel momento della carenza dei gruppi sanguigni. Come Avis facciamo delle chiamate settimanali che evidenziano i gruppi carenti, così facciamo in modo che chi va a donare sia effettivamente utile» continua il presidente Fratini.
Sta di fatto che i donatori e le donazioni nella città di Terni sono in calo. Una diminuzione riguardo ai donatori calcolata intorno all’8 per cento da Avis e del 5 per cento registrata dal Sit cittadino se si considera il numero delle donazioni in totale.
«Il picco massimo di donatori l’abbiamo registrata nel 2015, con circa tremila iscritti ad Avis nella sezione comunale di Terni, ora siamo circa 2450, abbiamo perso circa seicento cinquanta donatori nel corso degli ultimi anni» comunica Patrizio Fratini a DonatoriH24 e spiega anche come invece aumentino le donazioni quando si svolgono iniziative e manifestazioni per sensibilizzare i cittadini. «Subito dopo la nostra maratona “dragonissima” del 1 novembre, abbiamo registrato un incremento netto in tutte le Avis e circa 245 donazioni, ma bisogna essere costanti».
I motivi che hanno portato negli anni i donatori a diminuire la loro disponibilità sono diversi. Secondo Fratini il calo è cominciato nel 2016 in seguito all’introduzione di norme più restrittive in ambito donazionale e all’inserimento con esse di domande più precise sulla vita intima e privata dei possibili donatori «questo ha aumentato le sospensioni dalla donazione» spiega. Altra ragione è senza dubbio la crescente difficoltà dei lavoratori nel chiedere permessi giornalieri.
Vero è che anche lo stile di vita dei più giovani spesso non è idoneo per donare il sangue, commenta Fratini che aggiunge «Stiamo facendo sempre più iniziative di sensibilizzazione nelle scuole e, in generale per i giovani: il 17 gennaio ci sarà un incontro di musica e donazione al Sit, ad esempio».
Ma a preoccupare maggiormente il presidente di Avis comunale Terni sono i sentimenti diffusi a seguito della crisi degli anni passati: «la crisi ha colpito duramente la nostra città» spiega Fratini «le persone da allora sono impaurite riguardo al proprio futuro» e aggiunge «Le campagne contro l’immigrazione dell’ultimo anno poi, non hanno fatto altro che aumentare un senso di isolamento che ha intaccato e minato quei sentimenti di solidarietà che erano invece presenti tra i cittadini ternani negli anni passati».