Perché poche italiane donano sangue e plasma. Lo studio di Globuli Rosa

2024-10-16T15:29:09+02:00 9 Ottobre 2024|Attualità|
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Responsabilità familiari e impegni: un difficile equilibrio da gestire per le donne italiane, soprattutto per le over 30, che non trovano un “buco in agenda” per andare a donare il sangue. Un’evidenza che emerge dall’osservatorio “Globuli Rosa” secondo un‘indagine commissionata dal Centro nazionale sangue per indagare le ragioni che portano le italiane a donare meno rispetto alle donne di altri paesi europei.

Lo studio, svolto tra maggio e luglio 2024, è stata condotto attraverso due modalità: la realizzazione da parte di Doxa di focus group composti da non donatrici o ex donatrici (divise in gruppi a seconda della fascia di età: 30-45 anni e 46-55 anni); una survey sul portale donailsangue.salute.gov.it, che ha raccolto opinioni ed esperienze personali di 3.947 donne over 30 sul tema della donazione del sangue.

I focus group dimostrano come, nonostante la donazione di sangue sia percepita positivamente come un gesto altruistico e generoso, questa pratica trova poco spazio nella routine delle donne over 30. Essendo al centro delle dinamiche familiari e spesso responsabili della cura domestica, dei figli e degli anziani, le protagoniste dell’indagine indicano tra le principali motivazioni della mancata donazione di sangue, la moltitudine di impegni e responsabilità a cui sono tenute a rispondere e la mancanza di tempo che ne deriva. Sentendosi sovraccariche di “doveri” le donne faticano a considerare l’atto della donazione come prioritario. A questo fattore si aggiunge la mancanza di supporto che fa sentire la donna socialmente sola: una condizione questa, che appare profondamente diversa rispetto ad altre realtà europee. Il lavoro fragile e privo di un adeguato sistema di welfare infatti, costringe le donne a evitare ulteriori assenze, preferendo utilizzare permessi e ferie per le necessità familiari e personali, piuttosto che per iniziative sociali.

Il poco tempo a disposizione è un motivo che si ripete anche nella seconda indagine qualitativa, quella relativa alla compilazione della survey. Questa, grazie alle testimonianze (1.446 donatrici, 1.615 non donatrici e 886 ex donatrici), evidenzia, oltre alla mancanza di tempo, che si attesta anche in questo caso al primo posto come freno principale alla mancata donazione (36.8%), altri temi quali la gravidanza e l’allattamento, individuati come due momenti che portano a interrompere le donazioni di sangue e riprenderle con difficoltà in un secondo momento (18.5%).

Inoltre, i problemi di salute, reali o percepiti, sono frequentemente citati come motivazioni che ostacolano significativamente questa pratica (14.5%): le donne in Italia spesso pensano di non avere i requisiti per donare, anche se, all’interno del panorama europeo si distinguono per l’ottimo livello di salute di cui godono. La scarsa informazione (13.6%) in questo senso può contribuire a far sì che erronee convinzioni e pregiudizi ostacolino a priori la spinta a effettuare la donazione. Infine, vengono indicate la mancanza di informazione sul tema (13.6%), paura e preoccupazioni (7.7%) e la percezione negativa del sistema sanitario (2.8%), rinforzata da vissuti ed esperienze passate.