Donazione e solidarietà si tingono di rosa. In occasione della recente Giornata mondiale del donatore di sangue, il Centro nazionale sangue (in collaborazione con il ministero della Salute e le associazioni di donatori Avis, Croce rossa, Fidas e Fratres) lancia un osservatorio per ricercare le motivazioni che allontanano le donne, in particolare dopo i 30 anni, dalla donazione del sangue.
Il progetto “Globuli Rosa” prevede una survey e dei focus group di indagine che hanno lo scopo di stimolare opinioni e raccogliere racconti di esperienze che possano far luce su questo tema importante. I risultati verranno raccolti in un report che sarà pubblicato nei prossimi mesi.
“Sei una donatrice? Hai smesso di donare? Cosa ti ha incentivato a farlo? Quali sono gli ostacoli che hai trovato?” sono tra le domande proposte nel questionario che continua: “Se hai una risposta anche solo a una di queste domande, vogliamo sentirla! Le tue risposte saranno preziose per far luce su questo importante argomento e per aiutarci a trovare soluzioni efficaci”.
I numeri attuali indicano che in termini di numero totale di donatori, le donne rappresentano solo il 33.7%, in controtendenza rispetto ad altri paesi europei dove invece la prevalenza è “rosa”.
“L’osservatorio ‘Globuli Rosa’ – commenta il direttore del Cns, Vincenzo De Angelis – è, tra le tante iniziative messe in campo in collaborazione con il ministero della Salute, quella che si propone di fare luce su un quesito irrisolto del nostro sistema sangue. Nella fascia d’età più giovane i donatori e le donatrici viaggiano più o meno sugli stessi numeri. Più si va avanti con l’età più la forbice si allarga. Il dato è particolare ed è in controtendenza rispetto ad altri paesi europei, come Francia, Belgio e Portogallo. Che sia una scorretta informazione o un problema insito nel nostro sistema sociale, c’è qualcosa che spinge le donne a smettere di donare. Con Globuli Rosa noi vogliamo dare voce alle donatrici, a chi non dona più, a chi vorrebbe farlo e non ci riesce. Perché solo raccogliendo la loro voce potremo avviare un processo di cambiamento che tenga conto di esigenze che finora sono state probabilmente ignorate”.