Una notizia tanto attesa da associazioni e donatori di sangue. Passa alla Camera un emendamento del Pd al decreto Milleproroghe che disciplina l’attività trasfusionale da parte dei laureati in medicina e chirurgia, negli enti e nelle associazioni che svolgono attività di raccolta sangue ed emoderivati senza scopo di lucro. Non più in forma gratuita e volontaria, grazie al provvedimento, in vigore fino al 31 dicembre 2024, gli specializzandi potranno dunque attivare contratti di lavoro all’interno dei centri di raccolta sangue e plasma.
La norma risponde così al rischio di carenza di personale nei centri di raccolta, garantendo al contempo regole certe sia per le associazioni che per gli specializzandi.
L’emendamento ha subito raccolto il parere favorevole del terzo settore legato al sistema sangue. “La possibilità delle associazioni di poter riprendere a collaborare con gli specializzandi nella raccolta di sangue ed emocomponenti – commenta Gianpietro Briola, presidente di Avis, sul sito dell’associazione – sia come volontari che con contratti di collaborazione occasionale, è un grande passo in avanti verso l’autosufficienza. Siamo grati al Governo e al Parlamento per avere trovato una rapida risposta alle preoccupazioni di questi mesi per la grave carenza di personale”.
Plauso anche da Fidas: “L’emendamento rimodula la prestazione non più solo a titolo gratuito e volontario, ma con la possibilità per i medici volontari di essere retribuiti come era previsto antecedentemente all’entrata in vigore del decreto – spiega Giovanni Musso, presidente di Fidas nazionale -. A novembre scorso, non appena era stato approvato il relativo regolamento, la preoccupazione da parte di tutto il sistema sangue era subito emersa perché, non pagando più i medici specializzandi addetti ai prelievi di sangue, metà delle unità di raccolta dei centri trasfusionali pubblici italiani sarebbe entrato in crisi. E con queste l’intero meccanismo di gestione per la donazione di sangue, che avrebbe avuto un inevitabile e drammatico calo”.