La buona notizia arriva dal Centro nazionale sangue: “In considerazione delle attuali evidenze epidemiologiche e dell’andamento climatico e meteorologico stagionale si comunica, a far data dal 1° dicembre 2023, la sospensione delle misure, locali e nazionali, finalizzate alla prevenzione della trasmissione trasfusionale dell’infezione da West Nile virus”.
Termina quindi per il 2023 l’emergenza Wns che, come disposto dal Cns, imponeva a chi aveva soggiornato in tutti i territori colpiti la sospensione dalle donazioni di sangue, in modo temporaneo, per 28 giorni (o in alternativa il test Wnv Nat). Nel corso dell’anno sono state 59 le province italiane in cui si è accesa la “spia rossa”.
La direttiva di sospensione per 28 giorni dal rientro rimane per i donatori che abbiano soggiornato negli Usa e in Canada, in qualunque periodo dell’anno.
Il virus del Nilo Occidentale è un arbovirus che può infettare l’uomo a seguito della puntura di una zanzara infetta. L’infezione umana è in oltre l’80% dei casi asintomatica; nel restante 20% dei casi i sintomi sono simili a quelli di una normale influenza. Nello 0.1% di tutti i casi, l’infezione può provocare sintomatologia neurologica del tipo meningite, meningo-encefalite.
“Nel periodo tra 2018 e 2022 – spiega il Cns – sono stati 195 i donatori di sangue risultati positivi dai controlli sulle sacche di sangue, con picchi registrati nel 2018 e nel 2021 (rispettivamente 68 e 89 casi rilevati). La regione dove sono stati trovati più donatori positivi è stata l’Emilia Romagna, con 63 casi. Seguono poi la Lombardia con 55, il Veneto con 42 e il Piemonte con 31, 3 casi sono stati poi registrati nel Friuli Venezia Giulia e uno in Sardegna. Il sistema di sorveglianza permette di rilevare le positività al virus dei donatori asintomatici e di conseguenza protegge dal contagio i pazienti che hanno bisogno di una trasfusione”.