West Nile Virus, è allerta in cinquantasei province
Misure di prevenzione del Cns fino a novembre

2023-10-17T10:45:09+02:00 16 Ottobre 2023|Salute|
West

Continua, e si allarga, l’emergenza West Nile Virus in tutta la Penisola. Il Centro nazionale sangue ha disposto un piano di prevenzione che sarà in voga fino a novembre 2023, salvo eventuali modifiche dovute all’andamento dell’infezione.

Secondo il report del Cns, sono attualmente 56 “spia rossa”, in ordine alfabetico: Alessandria, Asti, Bari, Barletta-Andria-Trani, Bergamo, Biella, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Como, Cosenza, Cremona, Cuneo, Ferrara, Foggia, Forlì-Cesena, Genova, Gorizia, Imperia, Lecce, Lecco, Lodi, Macerata, Mantova, Matera, Milano, Modena, Monza-Brianza, Novara, Nuoro, Oristano, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Salerno, Sassari, Savona, Sondrio, Taranto, Torino, Trapani, Treviso, Udine, Varese, Venezia, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Verona, Vicenza.

Fonte: Centro nazionale sangue

Come disposto dal Cns, in tutti i territori interessati dall’emergenza sono sospese le donazioni, in modo temporaneo, per 28 giorni, in alternativa è possibile sottoporsi al test Wnv Nat.

Il virus del Nilo Occidentale è un arbovirus che può infettare l’uomo a seguito della puntura di una zanzara infetta. L’infezione umana è in oltre l’80% dei casi asintomatica; nel restante 20% dei casi i sintomi sono simili a quelli di una normale influenza. Nello 0.1% di tutti i casi, l’infezione può provocare sintomatologia neurologica del tipo meningite, meningo-encefalite.

“Nel periodo tra 2018 e 2022 – spiega il Cns – sono stati 195 i donatori di sangue risultati positivi dai controlli sulle sacche di sangue, con picchi registrati nel 2018 e nel 2021 (rispettivamente 68 e 89 casi rilevati). La regione dove sono stati trovati più donatori positivi è stata l’Emilia Romagna, con 63 casi. Seguono poi la Lombardia con 55, il Veneto con 42 e il Piemonte con 31, 3 casi sono stati poi registrati nel Friuli Venezia Giulia e uno in Sardegna. Il sistema di sorveglianza permette di rilevare le positività al virus dei donatori asintomatici e di conseguenza protegge dal contagio i pazienti che hanno bisogno di una trasfusione”.