Giunti in piena estate e con il naturale incremento delle temperature, si diffonde anche l’emergenza West Nile Virus.
Secondo il report del Centro Nazionale Sangue, sono attualmente 29 le province italiane dove è accesa la “spia rossa”, in ordine alfabetico: Alessandria, Asti, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Cremona, Cuneo, Ferrara, Forlì-Cesena, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Novara, Oristano, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Torino, Varese, Venezia, Vercelli e Verona.
Come disposto dal Cns, in tutti i territori interessati dall’emergenza sono sospese le donazioni, in modo temporaneo, per 28 giorni, in alternativa è possibile sottoporsi al test Wnv Nat.
Il virus del Nilo Occidentale è un arbovirus che può infettare l’uomo a seguito della puntura di una zanzara infetta. L’infezione umana è in oltre l’80% dei casi asintomatica; nel restante 20% dei casi i sintomi sono simili a quelli di una normale influenza. Nello 0.1% di tutti i casi, l’infezione può provocare sintomatologia neurologica del tipo meningite, meningo-encefalite.
“Nel periodo tra 2018 e 2022 – spiega il Cns – sono stati 195 i donatori di sangue risultati positivi dai controlli sulle sacche di sangue, con picchi registrati nel 2018 e nel 2021 (rispettivamente 68 e 89 casi rilevati). La regione dove sono stati trovati più donatori positivi è stata l’Emilia Romagna, con 63 casi. Seguono poi la Lombardia con 55, il Veneto con 42 e il Piemonte con 31, 3 casi sono stati poi registrati nel Friuli Venezia Giulia e uno in Sardegna. Il sistema di sorveglianza permette di rilevare le positività al virus dei donatori asintomatici e di conseguenza protegge dal contagio i pazienti che hanno bisogno di una trasfusione”.