Cresce il numero dei genitori che scelgono di donare il sangue cordonale del proprio neonato, ma non basta: sono ancora pochi in pochi che decidono di intraprendere questo percorso.
L’allarme è del Centro Nazionale Sangue che ha pubblicato l’annuale report sulle Banche del Sangue di Cordone Ombelicale in Italia. Secondo il documento, nel 2022 sono state poco meno di 7mila le donazioni, dato in crescita del 6.3% rispetto a quello dell’anno precedente. Le donazioni si assestano al 2.8% dei parti avvenuti negli ospedali italiani adibiti alla raccolta; nel 2021 la percentuale si era fermata al 2.5.
Gli strascichi della pandemia si fanno sentire ancora oggi: il livello delle donazioni nel 2019 era al 3.8% del totale dei parti avvenuti nei centri autorizzati alla raccolta. Un altro trend contribuisce alla difficoltà della raccolta: le nascite in Italia, per il secondo anno consecutivo, sono state meno di 400mila.
“Vedere crescere il numero delle donazioni di sangue cordonale in Italia, nonostante gli strascichi della pandemia di Covis e un numero sempre più basso di nascite è un segnale positivo – commenta Simonetta Pupella, responsabile dell’area tecnico-sanitaria del Centro Nazionale Sangue –. Ma è bene ricordare due cose, che siamo ancora lontani dai livelli pre-Covid e che ancora molti neo-genitori in Italia rinunciano alla possibilità di un gesto solidaristico che potrà in futuro salvare molte vite umane”.
Il sangue cordonale è ricco di cellule staminali emopoietiche, la base di tutte le linee cellulari del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). Il trapianto di cellule staminali rappresenta una terapia salvavita per la cura di numerose e gravi malattie del sangue congenite e acquisite, immunodeficienze e malattie metaboliche.