Trasporto urgente di sangue, decollano i droni
Positivi i test del Centro Nazionale Ricerche

2023-02-09T15:58:26+01:00 9 Febbraio 2023|Ricerca|

I droni sono da anni entrati nella nostra vita quotidiana e, grazie alla loro versatilità, permettono di accedere a un’ampia gamma di usi. Anche per salvare una vita.

Il Centro Nazionale Ricerche sta sperimentando l’uso dei droni per il trasporto urgente di sangue, un protocollo che permetterebbe un enorme passo avanti nel trattamento di pazienti che hanno bisogno di immediate trasfusioni. Per le applicazioni, basti pensare al tempo che ci vuole per raggiungere il luogo di un grave incidente o di una catastrofe naturale.

Il test svolto dal Cnr è stato eseguito agganciando ai droni una capsula sensorizzata contenente cellule di sangue. L’esperimento ha dimostrato che il materiale ematico rimane integro e sarebbe pronto per essere trasfuso. Al progetto hanno lavorato Cnr-Ifac, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Asl Toscana Nord Ovest, in collaborazione con lo spin off “Abzero” della stessa Scuola Superiore Sant’Anna. I risultati sono stati pubblicati su “Drones”.

Talvolta, spiegano i ricercatori, trasportare su strada beni salvavita, quali sangue ed emocomponenti, equivale a una corsa contro il tempo a causa della congestione del traffico. Da alcuni anni il settore della logistica biomedicale mediante i droni è diventata una realtà in diversi distretti sanitari. Ma quanto è sicuro il trasporto di sangue e materiali biologici tramite questi mezzi? Ci sono rischi per la salute dei pazienti nell’utilizzo di tali prodotti una volta sottoposti a questo genere di trasporto?

Uno dei droni usati per la sperimentazione

“La capsula sensorizzata – spiega Angela Pirri del Cnr Ifac -, disegnata per contenere sangue ed emocomponenti è stata sviluppata in modo da poter monitorare in tempo reale le condizioni dei materiali, rilevandone la temperatura, l’umidità, il pH ed l’emolisi, e attivando procedure di allerta e di risposta in caso di necessità”.

Il test è stato validato dagli ideatori del dispositivo, Giuseppe Tortora (ABzero, Scuola Supeiore Sant’Anna) e Andrea Cannas (ABzero) insieme ad Angela Pirri, Fabrizio Niglio e Paola Comite (ASL toscana Nord Ovest), ed è consistito in una serie esami di laboratorio e sul campo. Sperimentazioni analoghe sono state recentemente attivate negli Stati Uniti e in Francia.

La sperimentazione è stata svolta su otto differenti missioni di volo, di circa 13 minuti di durata ciascuna, e coprendo una distanza totale di 105 chilometri di volo per complessive 39 ore di volo.

“Per il passo successivo, ovvero trasfonderlo su pazienti – concludono i ricercatori -, occorre il consenso della commissione etica”.