Con la bella stagione torna la minaccia del West Nile Virus. La raccolta di sangue, già ostacolata dal calo di donatori durante la stagione estiva e dalle complicazione dovute all’emergenza pandemica, ha dunque un altro fattore di rischio che, cronicamente, si ripresenta con i mesi estivi.
A oggi, sono cinque le province italiane in cui sono stati riscontrati casi di Wnv: la spia rossa si è accesa nelle province di Parma, Piacenza, Rovigo, Venezia e Vicenza. L’areale dell’infezione corrisponde al classico areale delle zanzare vettori del virus, è dunque concentrato per ora nella Pianura Padana e nel Triveneto. L’allerta non ha incora investito altri paesi europei. Confermate, anche per il 2022, le misure precauzionali per i donatori che rientreranno da Stati Uniti e Canada, in considerazione della persistente circolazione del virus nei paesi del Nord America.
Come disposto in una circolare diramata dal Centro Nazionale Sangue, indirizzata anche alle associazioni Avis, Fidas, Cri e Fratres, “per i donatori che abbiano soggiornato anche solo per una notte nella province interessate si raccomanda di utilizzare il test Wnv Nat quale alternativa al provvedimento di sospensione temporanea dalle donazioni per 28 giorni”.
Le zone rosse in Italia e nel mondo sono individuate in base a tre criteri: il riscontro della prima positività per West Nile Virus su pool di zanzare o su esemplare di avifauna; il riscontro di positività confermata del test Elisa IgM e/o del test molecolare per Wnv in equidi; la notifica di un caso umano confermato di malattia neuro-invasiva da Wnv (Wnnd) o di febbre da Wnv (Wnf).
Nel 2021 sono stati segnalati in Italia 54 casi di infezione da Wnv, di questi 35 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva, 4 i casi di febbre, 15 persone sono state identificate come donatori di sangue.