Donare sangue fa bene al fegato?
Ecco tutte le risposte per i donatori

2022-06-08T14:24:01+02:00 8 Giugno 2022|Salute|
di Sergio Campofiorito

Il fegato riceve benefici dal dono?

Molteplici, e senza controindicazioni, sono i benefici per i donatori di sangue, sia diretti, sia indiretti.

Il sangue che viaggia sul binario donatore/ricevente deve essere (lo è) sicuro e a prova di incidenti, per salvaguardare la salute di entrambi. Nonostante il prelievo di una minima parte vitale del corpo, la donazione di sangue comporta una spinta al benessere fisico certa e documentata.

In secoli bui, quando medicina, credenze popolari e folklore formavano un’amalgama incerta che portava a conseguenze disastrose per i malati anche perché spesso veniva praticata da personale non sanitario e con strumenti impropri. Fino all’800, i salassi erano letteratura nei tomi scientifici, si credeva, infatti, che le malattie erano soltanto di due tipi: quelle cagionate da eccessivo vigore e quelle scatenate dalla troppa debolezza. La “cura”, per quelle da eccessive vigore, erano i frequenti salassi. 

fegatoCon il progresso della medicina, il salasso terapeutico ha raggiunto una sua dignità scientifica e si può tranquillamente considerare una cura per alcune patologie. Non è più un tiro di dadi lanciato sulla salute del paziente, ma una terapia che si basa su evidenze empiriche. 

Le patologie che possono richiedere un salasso sono l’emocromatocitosi (eccessivo accumulo di ferro nell’organismo), policitemia vera (tumore del sangue che porta alla proliferazione incontrollata dei globuli rossi), porfiria cutanea tarda (col salasso vengono eliminate vesciche e bolle cutanee) e poliglobulia secondaria (aumento della massa dei globuli rossi).

In particolare, il prelievo di sangue è una delle terapie salvavita per le malattie da sovraccarico di ferro, come come l’emocromatosi e la porfiria cutanea tarda.

I pazienti affetti da tali patologie dispongono di un’eccessiva quantità ferro che, per la maggior parte, si deposita nel fegato. Il nostro corpo non è in grado di produrre ferro, viene quindi assunto attraverso la dieta e immagazzinato negli organi, in particolare nel fegato e nel pancreas.

Donare il sangue con regolarità consente di ridurre i depositi e, col rinnovamento, migliora la qualità del sangue che viaggia nel sistema cardiocircolatorio.

È bene ricordare, inoltre, che per ogni donazione vengono svolti una serie di esami al sangue del volontario. Tra i test ci sono anche quelli che interessano direttamente la salute del fegato come l’esame emocromocitometrico completo ed epatiti.