Dono e ricambio generazionale
I giovani, le colonne di domani

2022-06-03T15:27:54+02:00 3 Giugno 2022|Primo Piano|
ricambio di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Controllare il ricambio generazionale, e mostrare la capacità di trasferire la cultura del dono ai giovani che diverranno maggiorenni e saranno pronti a donare, sono obiettivi assolutamente imprescindibili per il sistema sangue e per chi ha il compito di guidare il turn-over dei donatori di sangue: le associazioni.

Ecco perché Avis, durante lo scorso convegno Simti svoltosi a Rimini nel mese di maggio, ha portato in dote un’approfondita relazione sul tema, intitolata: “Demografia, antropologia e donazione: uno sguardo in avanti”, presentata dal presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola.

Il tema, lo ribadiamo è caldo: in Italia secondo i dati Istat, come vediamo da un’infografica tratta dalla relazione stessa in figura 1, ha una popolazione in forte calo, e ci si attende una riduzione di circa 12 milioni di abitanti entro il 2070:

ricambio

Fig.1 Previsioni Istat sul calo della popolazione in Italia

Ma cosa può comportare il calo della popolazione sul sistema trasfusionale? Sicuramente è un problema non di poco conto, se si aggiunge all’invecchiamento progressivo della popolazione.

Secondo le stime di Istat, già nel 2048 il tasso di mortalità dovrebbe raddoppiare rispetto al tasso di natalità, un dato certamente preoccupante.

Una popolazione più anziana infatti è una popolazione che utilizza mediamente più sangue e plasmaderivati, e che contestualmente ne può donare meno, un quadro generale che per le associazioni non è certamente facile da gestire e interpretare.

Altri fattori che possono complicare il ricambio generazionale al dono sono infatti gli stili di vita. Secondo lo studio avisino la migrazione verso le città – in Italia crescono per esempio i cambi di residenza annui – è sicuramente un fattore da tenere in conto, perché nell’esigenza di riorganizzare una nuova vita in una nuova città la donazione di sangue può non essere una priorità.

Fig.2 Gli stranieri in Italia oggi

Importante, nell’ottica dei cambiamenti sociali, anche il ruolo degli stranieri, ormai una parte importante della popolazione italiana: sono infatti più di 5 milioni gli stranieri che oggi vivono nel nostro Paese e che potrebbero sentire il gesto del dono come un modo per integrarsi sempre di più e fare qualcosa di solidale verso la comunità ospitante

I cambiamenti sociali in corso, dunque, chiedono alle associazioni di proporre nuovi metodi per fare proselitismo e sensibilizzazione sul territorio: secondo Avis, l’arruolamento deve riuscire il più possibile a emanciparsi dal concetto di emergenzialità: il dono va visto come un gesto normalissimo di vita quotidiana, come fare sport o andare a cena fuori, e non come un gesto speciale da compiere in situazioni critiche.

Al tempo stesso, associazioni e istituzioni devono riuscire, per favorire l’arruolamento e il susseguente ricambio, una grande flessibilità nell’accoglienza, in linea con la complessità delle vite dei potenziali donatori.

Lo scopo è formare un donatore periodico, consapevole, flessibile e pronto a ritrovare questa flessibilità nelle strutture in cui donare, tutti fattori che possono incidere molto sulle motivazioni.

Il dono del sangue, per Avis, deve infatti incentrarsi su una doppia chiave motivazionale: in primis quella valoriale, attraverso cui riconoscere l’importanza del dono e della solidarietà verso i pazienti, e in secondo luogo, un piano oggettivo, che significa riconoscere l’effettivo benessere che il dono offre a donatori e pazienti, e ritrovare qualità nei servizi, in fatto di organizzazione, serietà dei cargiver, accoglienza degli ambienti e il riscontro che il proprio gesto sia servito realmente a qualcosa.

Solo con l’impegno di tutti gli stakeholder di sistema, e la capacità di interpretare i cambiamenti sociali, sarà possibile garantire al nostro Paese gli attuali livelli di raccolta sangue o addirittura il loro miglioramento.

La relazione completa di Avis può essere consultata interamente al link in basso:

Scarica la relazione completa “Demografia, antropologia e donazione: uno sguardo in avanti”