Farmaci e donazioni di sangue
I tempi di attesa in base alle medicine

2022-05-16T14:33:59+02:00 16 Maggio 2022|Salute|
rischio di Sergio Campofiorito

Farmaci e donazioni, facciamo un po’ di chiarezza. Qualsiasi tipo di medicina assumiamo confluisce inevitabilmente nel sistema circolatorio e quindi eventualmente nella sacca di sangue donata da un volontario. Al fine di salvaguardare il binomio donatore/ricevente sono quindi state disposte una serie di norme che ogni donatore deve seguire.

In base ai tipi di farmaci assunti può essere richiesto un tempo di attesa o di sospensione dalla donazione. Vediamo quali sono.

Nell’armadietto delle medicine di qualsiasi casa non mancano solitamente i farmaci cosiddetti Fans, si tratta di antinfiammatori non steroidei utilizzati per alleviare il dolore (analgesici), trattare infiammazioni (antiflogistici) o abbassare la temperatura corporea (antipiretici). Gli usi più comuni dei Fans sono contro mal di testa, stiramenti muscolari, influenze o artriti. Rientrano in questa categoria molti farmaci conosciuti come Oki, Aulin, Voltaren, Aspirina, Moment. Tali prodotti possono a volte provocare effetti indesiderati, in caso di assunzione di un Fans devono passare cinque giorni prima di poter donare il sangue. 

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Altra malattia che colpisce tutti indistintamente sono le comuni patologie respiratorie come raffreddore e tosse, per combatterne i sintomi i farmaci più assunti sono mucolitici e aerosol (ad esempio: fluimucil, muscolvan). Tali farmaci non hanno controindicazioni alla donazione, in questo caso la controindicazione viene dalla patologia stessa: fino alla completa remissione dei sintomi, infatti, non è consentito donare. Stessa regola vale per gli antistaminici, la presenza di sintomi allergici non consente la donazione.

Tempi un po’ più lunghi per chi assume cortisonici e antibiotici, in questo caso, prima del prelievo, devono trascorrere 15 giorni dall’ultima assunzione. 

Per gli antipertensivi la raccomandazione è quella di non assumerli la mattina in cui si effettua la donazione. La valutazione finale spetta tuttavia al medico che valuterà il grado di ipertensione e il tipo e la quantità dei farmaci assunti.

Diniego alla donazione, invece, per chi è in cura con farmaci epilettici, chi in passato ha sofferto di epilessia può donare dopo un periodo di tre anni trascorsi senza sintomi in assenza di terapia.

Altre medicine di uso comune sono i gastroprotettori e quelle per la riduzione dei trigliceridi. Essi non inficiano alla donazione, tuttavia, in caso di valori alti dei trigliceridi, è prevista la sospensione temporanea della donazione. 

Infine, il tipo di farmaco negli ultimi anni è diventato il più noto: i vaccini. I tempi variano a seconda del siero. Sono richieste 48 ore di attesa per chi si è sottoposto a vaccino antinfluenzale, per tifo, colera, tetano, difterite ed epatite A (alimentare); una settimana da vaccino per epatite B e meningococco (di qualsiasi tipo); un mese da vaccino per la rosolia, morbillo, vaiolo, parotite, tubercolosi.

Il discorso è un po’ più articolato per i vaccini anti Covid: se si tratta di un vaccino a base di virus inattivati, che non contiene agenti vivi, o un vaccino ricombinante (come quelli attualmente disponibili in Italia) allora si potrà donare 48 ore dopo la somministrazione.

Tuttavia, in caso di sintomi come febbre o spossatezza successivi alla vaccinazione, bisogna attendere  almeno una settimana dalla risoluzione dei sintomi prima di donare. In caso di somministrazione di un vaccino con virus attenuati (al momento non disponibili in Italia) si dovrà aspettare almeno quattro settimane prima di donare.