“Il valore della gratuità” è immenso
Avis lo ribadisce in Senato

2022-05-12T13:46:28+02:00 12 Maggio 2022|Attualità|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

La gratuità del dono è la colonna fondante del sistema trasfusionale italiano, ed è la garanzia assoluta che il dono del sangue resti un gesto altruistico e solidale in grado di tramandarsi  – come fatto culturale – da generazione in generazione.

Ecco quanto è merso ieri a Roma, in Senato, durante la conferenza promossa da Avis dal titolo “Il valore della gratuità”, a corredo dell’esame sul nuovo DDL Concorrenza in via d’approvazione.

Nei giorni scorsi su Donatorih24 avevamo documentato come – per una volta – le forze politiche compatte avessero chiesto degli emendamenti finalizzati a cancellare ogni possibile ambiguità dal testo definitivo del DDL, che secondo Avis nazionale presentava delle formule lessicali troppo generiche e “larghe”, al punto che la gratuità del dono potesse essere aggirata con qualche formula di rimborso:

Ma cosa offre in più il dono gratuito rispetto al dono rimborsato (come in alcuni paesi europei) o addirittura retribuito, come avviene negli Stati Uniti D’America?

Ha provato a spiegarlo una ricerca condotta dall’istituto IMT Alti Studi di Lucca in collaborazione con AVIS Nazionale e quattro Avis Regionali (Emilia Romagna, Lombardia, Puglia e Toscana).

La ricerca ha basi empiriche, ovvero si basa sullo studio dei comportamenti concreti. Una tecnica usata per la prima volta che “ha permesso di confrontare il comportamento dei donatori italiani, che non ricevono compensi per il loro gesto periodico, con quello degli ungheresi, nazione in cui invece la donazione di plasma prevede una forma di compensazione”.

In questo modo, lo studio ha individuato i punti cardinali che concorrono a definire in dettaglio “l’identità del donatore e la tendenza a compiere regolarmente questo gesto”, e ciò che è emerso è che la formazione di tale identità, che garantisce la periodicità del dono da parte dei donatori e li fa tornare nei centri trasfusionali più volte nel lungo periodo, non si costruisce laddove le persone percepiscano dei vantaggi materiali “in cambio” del loro gesto.

Se viene meno la cultura del dono solidale e disinteressato, in altre parole, il sistema diventa più fragile, e ciò esporrebbe il sistema trasfusionale italiano a sottostare a dinamiche economiche e di mercato molto pericolose.

Il caso degli Stati Uniti, dove a causa della pandemia e dei ristori il dono a pagamento a funzionato molto male con cali enormi di raccolta, è stata una dimostrazione chiara di questo assunto.

gratuità

Gianpietro Briola, Presidente AVIS Nazionale

Che dunque il sistema italiano debba preservarsi così com’è sulla gratuità, ha provato a spiegarlo Gianpietro Briola, presidente di Avis nazionale, ringraziando le forze politiche che hanno supportato la più grande associazione di donatori italiana in una “battaglia” che per alcuni poteva apparire pignola e un po’ capziosa, e che invece è davvero importante.

Come abbiamo già sottolineato in diverse occasioni – ha detto Briola – il modello italiano dimostra che è possibile raggiungere l’autosufficienza attraverso un sistema di raccolta totalmente gratuito. Lo abbiamo fatto con i globuli rossi e, negli ultimi dieci anni, alla luce dell’aumento delle quantità di plasma donato, è possibile centrare l’obiettivo anche in questo ambito. Il Ddl Concorrenza, probabilmente solo a causa di una svista terminologica, nel porsi il traguardo dell’autosufficienza, non distingue in modo esplicito tra i sistemi in cui la raccolta è compensata e quelli in cui invece è gratuita. In tal senso, accogliamo con estremo favore gli interventi della Senatrice Rizzotti che ha ospitato la conferenza stampa, e delle Senatrici Boldrini e Pirro che con convinzione ed impegno hanno saputo dialogare con il Governo affinché il disegno di legge concorrenza possa recare una normativa del sistema di raccolta del plasma fondata sui valori di una donazione solidale, gratuita, non rimborsata e non remunerata. Ringraziamo infine il Presidente della Commissione Industria Gianni Girotto, che intervenendo ha ribadito che la gratuità della donazione è intoccabile e inderogabile e che vi è la ferma volontà di continuare a lavorare in questo senso. È importante ora che il Senato dia seguito a queste dichiarazioni modificando il testo nella direzione auspicata”.

Questo non significa, naturalmente, che il nostro sistema trasfusionale non abbia margini di miglioramento. Lo stesso Briola ha infatti ha chiarito che si può fare di più. “In questo scenario – ha sottolineato – per migliorare il sistema di raccolta italiano è necessario rimuovere i possibili ostacoli che potrebbero minare la volontà solidaristica dei donatori. A tutto ciò si aggiungono alcuni interventi strutturali che riteniamo essenziali e di primaria importanza come l’incremento del personale sanitario, l’ampliamento degli orari di apertura dei centri di raccolta, l’inserimento di queste strutture all’interno delle Case di Comunità e, in linea generale, la riorganizzazione della rete nazionale e regionale con standard di raccolta, lavorazione e validazione adeguati alle future necessità di plasmaderivati”.

Altra ricetta importante per il futuro, è insistere sulle nuovo generazioni, spiegando loro l’importanza della gratuità.

“I dati degli ultimi anni dimostrano l’importanza di investire soprattutto sulle nuove generazioni – ha ribadito Briola in esclusiva per DH24 – affinché il numero di donatori giovani possa crescere sensibilmente. Questo risponde non solo alla necessità di garantire l’autosufficienza di sangue ed emocomponenti, ma anche al bisogno di diffondere – in un’epoca storica così delicata e complessa come quella che stiamo vivendo – la cultura della solidarietà e dell’altruismo. Soltanto attraverso queste azioni, unite agli interventi strutturali di cui parlavamo prima, sapremo rinnovare il sistema trasfusionale nella direzione di una maggiore flessibilità, intesa come capacità di rispondere meglio alle esigenze dei donatori. È nostro compito, infatti, recepire i bisogni dei soci attuali e futuri, per un volontariato del sangue che sia sempre più inclusivo e attento alla tutela di chi, silenziosamente e senza chiedere nulla in cambio, mette a disposizione una parte di sé per il bene della collettività”.

La palla, ora, passa all’approvazione del testo finale, che dovrebbe accogliere le istanze delle forze politiche. Un passaggio importante sul piano politico che servirà a lanciare la volata per la raccolta sangue dei prossimi mesi, che, dopo un inizio in salita nel 2022, ha bisogno di ritornare ai suoi standard pre-pandemici.