
La raccolta plasma in Italia, viatico per l’autosufficienza per gli emocomponenti, come sappiamo non vive un momento straordinariamente florido.
Il 2022 è iniziato a rilento, e le raccolte nei mesi di gennaio e febbraio avevano fatto registrare cali significativi, rispettivamente del -10,7% e del 10%.
Da poche ore sono usciti i dati di marzo, e la situazione è in miglioramento. Rispetto al marzo 2021 il calo di raccolta è stato solo del -0,3% e il segnale è positivo, perché, pur senza recuperi che facciano gridare all’ottimismo, si è comunque arrestata l’emorragia di donazioni.
In dettaglio, in figura 1, possiamo vedere dai dati pubblicati dal Centro nazionale sangue come le regioni maggiormente popolate abbiano avuto andamenti irregolari: +1,5 la Lombardia, di solito regione guida, +16% il Piemonte, +1,9% la Puglia, +22,2% la Sicilia, e a sorpresa +3,2% il Lazio. Segno negativo invece dinanzi ai numeri di Veneto (-11,3%), Emilia Romagna (-1,6%), Marche (-26,2%).
In figura 2, tabella 3, possiamo invece vedere i dati aggregati dei primi tre mesi del 2022 a confronto con i dati dei primi tre mesi del 2021.
Il gap generale accumulato dal sistema trasfusionale in questa parentesi temporale è significativo: si è passati infatti dai 218.554 kg inviati alle industrie di frazionamento tra gennaio e marzo del 2021 ai 205.650 kg inviati nell’identico periodo 2022.
Circa 13.000 kg in meno dunque, quantità che andranno recuperate nei prossimi mesi, per non rischiare di ridurre la percentuale di autosufficienza emocomponenti faticosamente guadagnata negli anni e per ora assestata al 70%, in un momento storico in cui la fragilità del mercato internazionale è un fattore acclarato da non sottovalutare.
Per il sistema trasfusionale italiano, dunque, i prossimi tre mesi saranno davvero importanti.