Invalidità civile e malattie del sangue, un tema troppo spesso dimenticato.
Il nostro sistema sanitario tuttavia prevede un assegno destinato ai cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 65 anni che riportano menomazioni congenite o acquisite durante l’arco della vita.
Ma in quali casi è possibile chiedere l’invalidità?
Sono considerati invalidi civili anche i minori di 18 anni e gli over 65 che manifestano difficoltà persistenti a svolgere compiti e funzioni proprie dell’età.
L’attribuzione dell’invalidità civile, secondo le leggi in vigore, si basa quindi sulla capacità lavorativa e sull’impossibilità di avere una vita normale commisurata alla propria età. Le valutazioni spettano a una apposita commissione delle aziende sanitarie locali, mentre il certificato viene rilasciato dai medici dell’Inps.
Un decreto ministeriale del 5 febbraio 1992 fissa in tabelle le malattie che rientrano nella valutazione delle Asl, secondo le quali è possibile stabilire la percentuale di invalidità che, nei casi più debilitanti, può arrivare al 100%.
Anche alcune malattie del sangue possono portare a essere considerati invalidi civili, nello specifico sono due: la talassemia major e l’anemia falciforme, note in ambito medico come morbo di Cooley e drepanocitosi. Chi è affetto da tali patologie ha diritto a un trattamento pensionistico di 515 euro (pari al minimo pensionistico) per tredici mensilità. Questa prestazione economica è compatibile con altre forme assistenziali o previdenziali.
Il morbo di Cooley è una malattia del sangue ereditaria scatenata da un difetto genetico che provoca la distruzione dei globuli rossi. I sintomi portano a stanchezza e scarsa crescita causati dalla minore ossigenazione di organi e muscoli. Chi è affetto da morbo di Cooley deve sottoporsi a continue trasfusioni di sangue.
La drepanocitosi è una forma di anemia riconoscibile dalla tipica alterazione dei globuli rossi che assumono una forma di falce. Le cellule così deformate hanno meno mobilità e tendono a occludere piccole arterie e capillari. Ciò predispone a chi ne è soggetto a trombosi e ischemie. L’unica cura contro la drepanocitosi è il trapianto di cellule staminali o di midollo osseo.
Nelle tabelle che delineano le patologie per le quali è possibile chiedere l’invalidità civile rientrano anche le malattie a carico dell’apparato cardiocircolatorio. È il caso di chi soffre di aritmie, cardiopatie o miocarditi.
Oltre all’aiuto economico, coloro che soffrono di morbo di Cooley o di anemia falciforme hanno continuo bisogno della buona opera dei donatori: di sangue o di midollo osseo.