Gli stili di vita da seguire per “diventare” un dono. No a fumo e cocaina

2022-02-02T14:26:57+01:00 2 Febbraio 2022|Attualità|
di Sergio Campofiorito

Quali sono gli stili di vita per donare? Il corpo di un donatore di sangue è come un santuario, un prezioso custode di vita che deve essere preservato per il bene non soltanto proprio, ma anche di quello della collettività. Per essere donatori bisogna seguire corretti stili di vita che non vuol dire necessariamente privazioni, ma bisogna essere coscienti che una parte dei donatori finirà prima o poi dentro un’altra persona per una semplice ragione: salvare vite.

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Fumo di sigaretta

Ci sono dei passaggi prima di potersi accomodare sulla poltrona per il prelievo, non meno importanti del prelievo stesso. Il triage del personale sanitario è una verifica sullo stato di benessere.

Dieta, abitudini sessuali, assunzione di alcol e/o di droghe sono tutti argomenti che possono impedire a un potenziale donatore di accedere al benemerito sistema sangue.

Non bisogna stravolgere le proprie abitudini o seguire una dieta particolare, ma solamente fare attenzione a mangiare cibi salutari e rimanere idratati. Accanto a queste buone pratiche, è ideale praticare attività fisica e non abusare di alcolici e sigarette.

Anzitutto, per quanto possibile, bisogna astenersi da comportamenti a rischio che potrebbero cagionare in via definitiva l’esclusione dalle donazioni, come chi ha contratto un’epatite di tipo B o C, chi fa un uso abitudinario di sostanze stupefacenti, alcolisti cronici, chi soffre di patologie cardiovascolari importanti, chi soffre di diabete (se in trattamento farmacologico, chi ha contratto malattie sessualmente trasmissibili come Hiv, Aids e sifilide.

Capitolo droghe. È necessario anzitutto fare una distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti. Viene escluso a priori chi assume o ha assunto per via endovenosa sostanze stupefacenti (come l’eroina) o chi ha fatto uso di altre droghe rientranti nella categoria “pesanti” (cocaina, oppioidi, anfetamine, Mdma, stimolanti, benzodiazepine e sostanze allucinogene come l’lsd).

La cocaina può veicolare di infezioni molto pericolose come l’epatite e  di solito è “tagliata” con altre sostanze chimiche da evitare, dunque è un vero e proprio veleno per il nostro organismo, come spiega l’Avis dell’Università di Parma: “Numerosi studi hanno dimostrato un’incidenza più elevata d’infezione da virus dell’epatite C in soggetti che hanno fatto uso di cocaina per via inalatoria dovuta all’utilizzo di uno stesso inalatore per l’uso intranasale di cocaina”. 

Il donatore che assume droghe leggere come marijuana e cannabis, ha invece un tempo di 14 giorni di sospensione dalla donazione. Questo perché in due settimane il sangue si libera delle sostanze psicotrope e il donatore nella donazione successiva potrà offrire al paziente in attesa della trasfusione, una componente ematica sicura e di qualità.

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La cocaina interdice la donazione

Associazioni e medici consigliano, per il benessere del cuore e del corpo in generale, di seguire una dieta corretta per scongiurare i rischi legati a diabete, ipertensione, colesterolo e obesità: limitare quindi l’assunzione di grassi saturi, soprattutto quelli di origini animale, e di sodio (il normale sale da cucina) e preferire invece una dieta ricca di frutta e vegetali.

Anche il modo in cui si cucina il cibo è importante, per carni e pesce, in generale, va preferita una cottura che richiede una minima aggiunta di grassi (griglia, cartoccio e piastra), mentre va limitato il ricorso a quelle tecniche che necessitano di grassi di cottura abbondanti, come ad esempio la frittura. Anche il fumo di sigaretta è causa di aumento dei valori pressori del sangue.

Di recente, Avis ha concluso un contest sui corretti stili di vita da seguire, non soltanto per diventare donatori. Il progetto, Best Choice, ha coinvolto i giovani delle scuole italiane. Una speranza di futuro per un messaggio del presente: “Siate custodi del vostro corpo”.