Omicron spaventa i volontari. Donazione sicura grazie ai protocolli, ma è allarme

2022-01-12T12:07:34+01:00 12 Gennaio 2022|Attualità|
coronavirus di Sergio Campofiorito

La variante Omicron soffia forte sul braciere dei contagi che riporta il segno “+” su tutti i parametri della pandemia di Covid-19. I dati su nuovi casi, terapie intensive e isolamenti domiciliari continuano a crescere (le festività natalizie, con i suoi riti familiari, sono appena trascorse) lasciando i cittadini sempre sull’allerta.

I bisogni della quotidianità (affetti, scuola, lavoro) vengono limitati dal rischio del contagio, così, magari anche inconsciamente, si preferisce differire ciò che non è avvertito come necessario. Donare il sangue, soprattutto, in questo periodo non può rientrare in questa categoria.

Omicron

Carenza sangue

Donare sangue intero, plasma e piastrine è un’operazione sicura, resa ancora più sicura negli ultimi tempi da rigidi protocolli sanitari che salvaguardano volontari, personale trasfusionale e il prodotto finale, la sacca di sangue e gli emoderivati.

Precauzioni e regole sono state stilate per garantire tutta la filiera: una circolare del Centro nazionale sangue, la massima autorità italiana sul sistema sangue, a tutti i centri di raccolta raccomanda di:

  • rafforzare l’anamnesi per identificare i donatori con contatto, ad alto (contatti stretti) e a basso rischio, con casi Covid-19 sospetti/confermati;
  • ammettere alla donazione i donatori che hanno assolto alle misure di quarantena e controllo (autosorveglianza) previste dalla sanità pubblica. Chi invece è guarito dal virus può donare a partire da 14 giorni dalla completa risoluzione dei sintomi (fatta eccezione per ageusia/disgeusia e anosmia che possono perdurare per diverso tempo dopo la guarigione) oppure in presenza di un test molecolare o antigenico negativo”.

Dunque, i criteri di selezione e di valutazione delle idoneità dei donatori sono stati ulteriormente rafforzati nell’ultimo periodo, le strutture di raccolta sangue non mai state così sicure.

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Gianpietro Briola, presidente di Avis nazionale

Intanto, Gianpietro Briola, presidente nazionale Avis, nella pagina ufficiale dell’associazione lancia un appello alla donazione: “La variante Omicron sta generando difficoltà anche nel settore trasfusionale — spiega Briola — In alcune aree del Paese si segnalano, infatti, carenze nella raccolta a seguito dell’incremento del numero dei contagi e questa flessione potrebbe aggravarsi nelle prossime settimane. L’elevato numero di positivi attualmente presenti nel nostro Paese rischia, infatti, di provocare delle serie ripercussioni sulle attività cliniche che prevedono la somministrazione di trasfusioni o di farmaci emoderivati. Per questo invitiamo chiunque non lo avesse ancora fatto a diventare donatore di sangue o plasma. Agire — chiosa il presidente — attraverso la programmazione e la prenotazione della donazione significa assicurare le scorte e permettere accessi contingentati nei centri trasfusionali e nelle unità di raccolta per la sicurezza di tutti: personale sanitario e donatori stessi. Continuare a donare è fondamentale per non generare nuove emergenze”.