Anno nuovo, tempo di buoni propositi e di intime promesse. Una di queste potrebbe essere quella di donare il sangue, non è (“quasi”, ci sono dei limiti d’età) mai troppo tardi per iniziare a compiere un gesto utile, vitale, a costo zero che è anche una porta d’accesso una comunità solidale tra le più attive e importanti d’Italia.
Possono donare il sangue le persone tra i 18 e i 65 anni, il cui peso corporeo è di almeno 50 chilogrammi. Per la donazione è necessario il nulla osta di un medico.
Come donare il sangue? Ecco, di seguito, un comodo vademecum su cui fare riferimento.
Dove donare il sangue
In Italia, tra servizi trasfusionali o punti di raccolti ospedalieri esistono 278 sedi a queste si aggiungono 1.300 unità di raccolta allestite dalle varie associazioni di volontari (le principali sono Avis, Croce Rossa, Fidas e Fratres). In alternativa è comunque possibile donare il sangue in una unità mobile, le cosiddette autoemoteche, accreditate e autorizzate dalle competenti autorità regionali.
Il portale del Centro nazionale sangue mette a disposizione un semplice sistema di geolocalizzazione in cui ogni utente può trovare facilmente il punto di raccolta più vicino a casa.
La prenotazione
Durante l’emergenza pandemica, prima di recarsi al servizio trasfusionale o all’unità di raccolta associativa è bene che il donatore contatti la struttura o l’associazione di riferimento per prenotare la donazione. In questo modo si potranno evitare file e lunghe attese, facilitando anche il lavoro del personale sanitario.
Il questionario
L’aspirante donatore, munito di un documento di identità valido, arrivato al servizio trasfusionale o all’unità di raccolta, dovrà compilare un questionario che servirà al medico selezionatore per individuare eventuali motivi di sospensione temporanea o di esclusione dalla donazione.
Il colloquio
Dopo il questionario ci sarà un colloquio conoscitivo con il medico per approfondire alcune delle risposte. Se il medico ritiene che le condizioni di salute del donatore, al momento, non sono ottimali, il candidato potrà tornare in un altro momento o dovrà astenersi dalla donazione. Ai donatori esclusi vengono sempre fornite tutte le motivazioni che hanno portato al rinvio o all’esclusione.
Le analisi
Dopo il colloquio con il medico, all’aspirante donatore vengono prelevati campioni di sangue che saranno sottoposti a test al fine di garantire che il sangue raccolto sia sicuro e adatto per una futura trasfusione. Il sangue viene sottoposto a test Hiv, epatite B, epatite C e sifilide; emocromo completo, determinazione del gruppo sanguigno e del livello di emoglobina; misurazione della pressione arteriosa. Se dagli esami di laboratorio effettuati risulta qualche anomalia, il donatore viene tempestivamente informato e invitato ad eseguire ulteriori accertamenti.
La donazione immediata o differita
A seconda delle politiche adottate dalla struttura scelta, il donatore, superata la selezione, procederà con una donazione immediata oppure potrà tornare a casa e sarà convocato in un secondo momento dal servizio trasfusionale o dall’unità di raccolta (donazione differita).
I quattro tipi di donazione (sangue, plasma, piastrine, multipla)
Al momento della donazione l’aspirante donatore sarà indirizzato verso la scelta del tipo di donazione più adatta alle sue caratteristiche. La procedura più comune è la donazione di sangue intero. Si può donare sangue intero ogni 3 mesi per i maschi e le donne non in età fertile, due volte l’anno per le donne in età fertile. La procedura dura circa 15 minuti, la sacca sarà riempita con circa ml 450 di sangue.
L’alternativa più frequente alla donazione di sangue intero è la donazione di plasma, che si ottiene tramite un processo chiamato “plasmaferesi”. La donazione di plasma dura circa 50 minuti e si può ottenere grazie a un separatore cellulare. Il sistema separa il plasma dalle altre cellule del sangue, che vengono reinfuse nel circolo sanguigno. Nella plasmaferesi vengono prelevati circa ml 600-700 di plasma. Il plasma donato si ricostituisce in poco tempo ed è possibile donare ogni 14 giorni. La donazione di plasma, oltre che per le trasfusioni, serve anche alla produzione di medicinali plasmaderivati, come ad esempio l’albumina.
Altra alternativa è la piastrinoaferesi, ossia la donazione delle sole piastrine. La durata dell’operazione è di circa un’ora e mezza, il procedimento è simile a quello della plasmaferesi. È possibile effettuare fino a 6 piastrinoaferesi l’anno. La donazione di piastrine serve a creare, tra le altre cose, dei composti, noti come gel piastrinici, che vengono utilizzati principalmente per accelerare i processi di cicatrizzazione.
La quarta opzione è quella delle donazioni multiple in cui è possibile donare più elementi del sangue contemporaneamente: donazione di plasma e globuli rossi (eritroplasmaferesi); donazione di globuli rossi e piastrine (eritropiastrinoaferesi); donazione di piastrine raccolta in due sacche, una donazione di plasma e piastrine (plasma piastrinoaferesi).
Dopo la donazione
Dopo la donazione il donatore dovrà osservare un periodo di riposo di qualche minuto sulla poltrona o sul lettino da prelievo e successivamente riceverà un ristoro, funzionale a riequilibrare l’idratazione e compensare la perdita di liquidi.
Il permesso di lavoro
Il donatore di sangue, lavoratore dipendente, ha diritto ad ottenere un permesso di lavoro per l’intera giornata in cui effettua la donazione, conservando la normale retribuzione per l’intera giornata lavorativa. Dopo la donazione il personale del servizio trasfusionale o dell’unità di raccolta rilasceranno al donatore un attestato di avvenuta donazione che poi dovrà essere consegnato al datore di lavoro. Per gli aspiranti donatori, lavoratori dipendenti, che verranno ritenuti inidonei alla donazione, il permesso di lavoro coprirà solo il tempo necessario all’accertamento dell’idoneità e alle relative procedure. La non idoneità alla donazione è certificata dal medico del servizio trasfusionale o dell’unità di raccolta e la certificazione andrà consegnata al datore di lavoro.