Plasma a pagamento, viaggio nelle pieghe del sistema America

2021-12-13T14:27:23+01:00 13 Dicembre 2021|Attualità|
plasma iperimmune donare di Sergio Campofiorito

La questione della raccolta plasma a pagamento torna nel dibattito pubblico. 

Su Donatorih24 abbiamo affrontato molto spesso questo problema, perché, come sappiamo, la raccolta a pagamento è una pratica incompatibile con i valori del dono etico italiano, improntato a gratuità, volontarietà, anonimato e organizzazione associata, in modo da salvaguardare il più possibile la qualità e la sicurezza della materia biologica.

Nel nostro Paese dunque la donazione di sangue a pagamento è vietata, e la commercializzazione degli emocomponenti è illegale. Questo proprio per evitare che la donazione diventi un business che tratta gli emocomponenti come dei semplici prodotti di mercato, e che tale approccio finisca per penalizzare le fasce della popolazione economicamente svantaggiate.

Questa volta, il focus sul problema del plasma a pagamento, definito “Oro liquido”, lo mette un’inchiesta di The Post Internazionale (qui il link).

La giornalista Laura Loguercio si è recata personalmente in una clinica di New York per capire come funziona il sistema, sorretto soprattutto su condizioni di disagio sociale e povertà. I dati riportati da Tpi lasciano già intuire cosa c’è dietro una prassi che, è bene ribadirlo ancora, in Italia funziona assai diversamente.

Secondo un report di Farmindustria — scrive Loguercio — a livello globale nel 2019 sono stati frazionati 69 milioni di litri di plasma. Quasi il 70 per cento è stato raccolto negli Stati Uniti che ne ha esportati 21.5 milioni di litri: più del 30 per cento del fabbisogno mondiale. Lenorme disponibilità di plasma americano è il risultato di unindustria fiorente relativa alle donazioni a pagamento, spesso alimentata da persone in difficoltà economica”.

Non è un fatto nuovo.

Analoga inchiesta, un viaggio tra i disperati della Grande Mela, era stata pubblicata dal New York Times (qui il link) nel febbraio 2019, raccontando di gente che, letteralmente, vendeva il proprio sangue per racimolare qualche decina di dollari. Trenta per l’esattezza. Negli Stati Uniti è possibile donare plasma fino a 104 volte in un anno che moltiplicati per 30 fanno 3.120 dollari, ma di certo questo alto numero di donazioni non fa bene alla salute.

plasma

Plasma iperimmune

Il volume d’affari è enorme, basti immaginare che il Nuovo Continente esporta nel mondo più plasma (1.96% dell’export) che mais e soia. Non è neanche un caso che, dal 2016, anno nero per i mercati internazionali che ha causato una lunga crisi economica, il numero di donazioni in America è aumentato esponenzialmente, così come sono aumentate le strutture dove è possibile donare. Nel 2021, il sistema ha nutrito un business da circa 20 miliardi di dollari.

Il sistema America è esposto, tuttavia, a falle pericolose per la saluta pubblica. Uno degli ultimi casi più clamorosi risale a ottobre 2020, quando alcuni studenti universitari della Brigham-Young University-Idaho si sono infettati appositamente di Covid per vendere plasma iperimmune. Secondo le indagini, i giovani si sarebbero volutamente esposti al contagio per offrire il prezioso emocomponente ad alcune case farmaceutiche disposte a comprarlo.

Partendo da questo quadro generale, diventa ancora più evidente l’importanza dell’autusufficienza ematica nazionale. Solo crescendo in quote di autosufficienza il nostro Paese potrebbe emanciparsi definitivamente dai rischi del mercato – che dipende per il 70% dal plasma raccolto in Usa – e da qualsiasi suo capriccio, giacché in tempo di pandemia o di particolari necessità interne seguite da politiche restrittive, l’approvvigionamento potrebbe risultare sempre più difficile.

Biosgna puntare forte sull’autosufficienza dunque, ma come ha ribadito il direttore del Centro nazionale sangue De Angelis, senza mai mettere in discussione il dono etico.

Il sistema sangue italiano è un modello di grande autorevolezza riconosciuto anche dall’Unione Europea: nel nostro Paese il concetto di gratuità della donazione, cioè il compiere questo gesto come semplice espressione di solidarietà, è un messaggio diffuso costantemente nel tessuto sociale attraverso campagne di sensibilizzazione pensate e realizzate dalle associazioni di volontari, con il sostegno del governo e delle istituzioni del sistema sangue.