Progetti e sfide del neo presidente di Avis Puglia, l’intervista sul futuro

2021-11-29T14:38:44+01:00 29 Novembre 2021|Attualità|
di Sergio Campofiorito

Raffaele Romeo, 62 anni, biologo, è dal luglio 2021 presidente regionale dell’Avis Puglia. Una elezione arrivata proprio nel periodo più delicato sul fronte donazioni, come storicamente avviene in tutti territori italiani.

Romeo, forte dell’esperienza pluriennale di responsabile comunale, non si è lasciato abbattere dalle difficoltà e ha risposto colpo su colpo alle grane che gli arrivavano sulla scrivania: dall’emergenza Covid, al ricambio generazionale, alla necessità di dirigenti in grado di affrontare i cambiamenti. Ogni problema ha una soluzione e Romeo ne ha offerte molte, in appena quattro mesi.

“In Puglia – esordisce il biologo – fortunatamente l’impatto del Covid è stato relativo, il nostro sistema sanitario ha retto e non è andato in sofferenza. Ciò, a cascata, ha permesso che le nostre attività non subissero contraccolpi pesanti.

Urgenze sono scattate nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, quando le indicazioni per accedere ai punti di raccolta non erano chiare, ma grazie a sistemi di prevenzione, come distanza sociale e mascherine, siamo riusciti a tenere botta anche nel periodo più duro. Anche perché, al contempo, col rallentamento delle attività ospedaliere scemava anche il fabbisogno di sangue”.

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Raffaele Romeo, presidente di Avis Puglia

La recente ripresa delle attività ospedaliere e hub vaccinali avocano a sé medici e infermieri, rischiando di affannare le attività del terzo settore che richiedono tali figure. “Da noi – continua Romeo – il problema della mancanza di personale per le raccolte sangue si è verificato negli anni passati, quando accedere all’università di medicina e o ai corsi infermieristici era difficile. In Puglia abbiamo un sistema di raccolta sangue pubblico e non associativo, ci possiamo quindi affidare a personale delle aziende sanitarie”.

La Puglia è una delle più gettonate mete turistiche d’Italia, ma i giovani cercano un impiego al Nord.

La situazione socio-lavorativa della regione si riflette anche sull’Avis. “La fetta più grossa dei nostri donatori – spiega il presidente – ha un’età compresa tra i 40 e i 55 anni, ma è anche bello registrare che da noi si creano gruppi familiari di volontari, con padre, madre e figlio che vanno a donare. Il problema è che magari riusciamo a sensibilizzare i giovani a donare, anche grazie alle nostre attività nelle scuole, poi però dopo il diploma o la laurea si trasferiscono fuori per lavorare. La nostra coordinatrice Avis ha 22 anni e sta svolgendo un lavoro meraviglioso, in diverse sezioni abbiamo giovani tra i 20 e i 30 anni, ogni anno abbiamo cinquanta ragazzi per il servizio civile e molti di loro restano anche dopo, ma sulle fughe legate alle necessità lavorative possiamo poco”.

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Gruppo Giovani Avis Puglia

Un ricambio generazionale, secondo Romeo, ci vorrebbe nell’organigramma: “Alla fine restano i pensionati, quelli non ci mancano, il problema è che gli mancano competenze specifiche, come ad esempio social e tecnologie, cunei essenziali per entrare nel mondo dei giovani. Ci vorrebbero rappresentanti più giovani per parlare ai giovani”.

La Puglia registra un problema con le donazioni del plasma, è la prossima sfida di Romeo: “Con la Regione stiamo interloquendo per aumentare le donazioni di plasma, siamo sotto del 40% rispetto alla media. Le donazioni di plasma durano circa 45 minuti, quelle di sangue al massimo 10, inoltre necessitano di un macchinario molto più complesso. Abbiamo chiesto agli assessore competenti di dotarci di questi macchinari al fine di distribuirli meglio nel territorio e fare così risparmiare al donatore almeno i chilometri”.