Sangue cordonale: dopo il calo di raccolta per Covid, la ripresa è lenta

2021-11-17T14:54:11+01:00 17 Novembre 2021|Donazioni|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

La raccolta di sangue cordonale è davvero molto importante, in quanto tale materia biologica contiene un alto numero di cellule staminali emopoietiche equiparabili a quelle contenute nel midollo osseo, cellule in grado dunque di autoriprodursi e rigenerare altre cellule mature che si trovano nel sistema immunitario o nel sangue.

Attraverso la raccolta di sangue cordonale, dunque, divengono possibili i trapianti per tutti i pazienti affetti da malattie molto difficili da curare, come anemie, leucemie, linfomi, mielomi e tante altre.

Ad agosto di quest’anno avevamo segnalato quanto la pandemia – tra i suoi tanti effetti deleteri – abbia complicato la raccolta di sangue cordonale: dopo anni di sensibilizzazione, lavoro sul campo e campagne, il Covid-19 ha compromesso i numeri facendo registrare un -40%.

Lo scorso anno è stato infatti molto complicato garantire dei percorsi intra-ospedalieri sicuri, e molti punti nascita sono stati riconvertiti in ospedali Covid. Da qui il calo vertiginoso: e ora, con l’ultimo report del Centro nazionale sangue datato 15 novembre non si può certo parlare di un ritorno ai numeri pre-pandemia.

Il Comunicato del Cns, in occasione in concomitanza con la  Giornata Mondiale del Sangue Cordonale, parla chiaro: “nei due trimestri centrali del 2021 sono 9 le banche cordonali italiane a segnare un trend positivo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre le altre dichiarano dati sostanzialmente stabili”.

Non sono ceerto notizie incoraggianti, se pensiamo che che nel 2020 i parti avvenuti negli ospedali dotati di un centro di raccolta SCO erano stati oltre 275mila, e le unità raccolte sono state solo 5.742. Una percentuale bassissima.

Sul sito di Adisco sono disponibili tutte le informzioni necessarie per chi volesse contribuire a risollevare i dati nel prossimo futuro, anche perché, come ha spiegato la dottoressa Simonetta Pupella, responsabile dell’area tecnico sanitaria del Centro Nazionale Sangue “Il sangue cordonale è una risorsa preziosa che con il progredire delle ricerche sta trovando un numero sempre maggiori di applicazioni cliniche Ad esempio si sta sperimentando la possibilità di impiegare i globuli rossi delle unità cordonali non idonee per il trapianto per le trasfusioni di sangue di bimbi prematuri. Eppure sono ancora troppo poche le giovani coppie che decidono di compiere questo gesto di grande valore solidaristico”.

Se pensiamo che fino a non molti anni fa il cordone ombelicale era considerato uno scarto biologico – mentre oggi la ricerca ci ha portato a capirne l’importanza – diviene chiaro che non aiutare la raccolte di sangue cordonale è un vero e proprio spreco di possibilità di cura per molti pazienti.

Di assoluta importanza, allora, conoscere la rete ITCBN (Italian Cord Blood Network), che “consiste in 18 Banche del Sangue ubicate presso ospedali pubblici o privati convenzionati con il sistema sanitario nazionale, distribuite in 13 regioni italiane. Ad esse fanno riferimento 270 centri attrezzati per la raccolta solidaristica del cordone ombelicale, 40 dei quali operano nelle regioni in cui non è presente una banca cordonale”.

CONSULTA LA RETE COMPLETA DELLE STRUTTURE ITCBN

Soltanto attraverso conoscenza e sensibilizzazione si potrà ritornare ai numeri raggiunti prima della pandemia e spingere a donare le giovani coppie che si trovano di fronte a un momento così bello della propria vita.