Donazioni e ragazzi , un tema complesso.
Sempre più adolescenti comprendono l’importanza del dovere civico, almeno nei pensieri e nelle volontà. Affermano di essere sensibili alle tematiche della salute e desiderano un mondo più solidale. Ma quando si tratta di intervenire in prima persona, si evidenziano timori e contraddizioni.
E’ quanto emerge in una indagine nazionale (Adolescenza, un anno dopo) su abitudini e stili di vita degli adolescenti in Italia commissionato da Laboratorio Adolescenza, associazione libera, apolitica e aconfessionale, senza fini di lucro, che ha come obiettivo quello di promuovere e diffondere lo studio e la ricerca sugli adolescenti, sotto il profilo sociale, psicologico, medico e pedagogico. Lo studio ha avuto vari partner del terzo settore, federazioni e sindacati, come l’associazione italiana Malati cancro (AIMaC), associazione Italiana Volontari sangue (Avis), Cgil Milano, Chiesi farmaceutici, Family Heath; federazione italiana Titolari di farmacia, Fondazione A. De Gasperis Milano, Mediatyche agenzia di comunicazione e sostenibilità, Rotary club Milano Sempione, Tralerighe Milano e Uriach Italy.
L’indagine è stata realizzata mediante somministrazione di un questionario on-line a risposte chiuse a un campione nazionale rappresentativo di 8.602 studenti della classe terza (scuole secondarie di primo grado) e delle classi prima, seconda, terza, quarta e quinta (scuole secondarie di secondo grado), la fascia d’età comprende ragazzi tra 13 e 19 anni.
Vari gli argomenti trattati, dal lavoro all’uso dei social network, dallo sport all’impatto del Coronavirus, ma anche le donazioni di sangue. Riguardo a quest’ultimo punto, il senso di solidarietà degli adolescenti è aumentato negli ultimi anni: oltre il 93% degli intervistati ha affermato che “donare il sangue è un importante gesto di altruismo e solidarietà”, percentuale che arriva a superare il 95% tra le ragazze. Nella precedente indagine, datata 2019, il dato si fermava all’88%. Aumentano, altresì, gli adolescenti consapevoli che “la donazione di sangue è un’azione che la maggior parte delle persone potrebbe fare” (69% nel 2017, 84.4% oggi).
Tuttavia, la domanda “Pensi che da adulto ti piacerebbe diventare donatore i sangue?” fa emergere timori: a cerchiare l’opzione “certamente da grande diventerò donatore di sangue, nel 2019, era il 22.6% dei 13 – 14enni, mentre oggi la percentuale è crollata a poco più del 13%. Tra gli studenti delle scuole superiori la percentuale di chi si vede in futuro donatore di sangue sale al 22.5% (25% tra le ragazze). Con gli adolescenti di questa fascia d’età manca il raffronto con gli anni precedenti.
“La consapevolezza dei giovani sul valore etico e sociale delle donazioni – ha commentato Gianpietro Briola, presidente di Avis nazionale, nella pagina ufficiale dell’associazione – è il punto su cui basarci per costruire, insieme, una società del futuro sempre più solidale e attenta ai bisogni della collettività. Tuttavia i dati ci dicono che dobbiamo fare ancora molto e lavorare con più impegno. La pandemia ci ha fatto capire che, di fronte alle emergenze, ognuno di noi, chi più avanti con l’età e chi meno, si è reso disponibile, con senso di responsabilità, per fornire il proprio contributo. La strada che dobbiamo oggi tracciare per migliorare il nostro sistema Sanitario nazionale e far sì che le nostre comunità siano sempre più solide e attente alle esigenze di tutti, è quella di abbandonare definitivamente il concetto di emergenzialità, per fare spazio alla programmazione dei servizi e non farci trovare impreparati. In primis la donazione di sangue e plasma. I giovani – chiosa Briola – prima ancora che il nostro futuro, sono il nostro presente: sta a noi aiutarli e formarli per far sì che la società di domani sia sempre più proattiva e solidale”.