Festival della salute 2021, il viaggio del sangue nel seminario di Avis Toscana

2021-11-03T14:54:38+01:00 3 Novembre 2021|Primo Piano|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Al Festival della Salute 2021, giunto ormai alla sua XIV edizione, il sistema sangue è un tema di casa per tradizione, anche perché come sappiamo il sangue è la vera cartina tornasole del nostro benessere fisico ed è una materia biologica che non si può produrre in laboratorio, ma può solo essere donato da donatori a pazienti per un fil rouge virtuoso che permette di salvare tantissime vite umane ogni anno.

Io dono, tu vivi – il viaggio di sangue e plasma tra autosufficienza e buon uso” era il titolo dell’incontro organizzato da Avis Regionale Toscana, allo scopo di fare un bilancio sul presente del sistema trasfusionale, fotografando il contesto regionale, italiano e internazionale a partire dalla pratica del dono, e dal percorso che il sangue compie nel suo viaggio da vena a vena.

Entrare nel merito di questo viaggio, è una necessità informativa molto forte, e infatti, sempre in Tsocana, nelle scorse settimane, è stato creato un video informativo molto efficace al fine di spiegare quali sono le tappe che compie il nostro sangue dopo che viene donato.

Il sistema sangue italiano viene da un periodo inedito e complicato, che ha mostrato i tanti pregi della sua organizzazione – il sistema etico associato – che ha garantito una costanza nella raccolta sangue, ma anche qualche criticità, quelle su cui bisogna intervenire secondo Claudia Firenze, presidente di Avis Toscana.

“É importante – ha detto la presidente neo eletta nelm suo intervento al Festival – confrontarci sul periodo appena trascorso per riflettere insieme su come migliorare la nostra azione nella prospettiva di contenere le criticità. Io dono tu vivi è il titolo che abbiamo voluto dare a questo momento di approfondimento e richiama campagna nazionale Dona in doppio che Avis Regionale Toscana ha rilanciato per promuovere la donazione di sangue e plasma”.

Importantissimo, nell’ottica di affrontare e risolvere le criticità, il tema del Patient Blood management e del rapporto tra raccolta e consumi, che deve essere tenuto sotto controllo.

Sull’argomento è intervenuta il Direttore dell’Azienda Usl 2 Lucca Rosaria Bonini che ha spiegato l’importanza di mantenere in equilibrio il sistema e di evitare carenze ma anche esuberi di globuli rossi, lavorando alacremente sui dati di monitoraggio sui consumi, sulla programmazione della raccolta e, appunto, su un Patient Blood Management sempre più efficace. Fondamentale in tale senso il sistema di prenotazione sviluppato dal Centro Regionale Sangue – un’agenda digitale che consente di favorire le attività di prelievo quando i donatori hanno più tempo libero e non devono fronteggiare impegni di lavoro.

Festival

Claudia Firenze, presidente di Avis Toscana

Sul tema plasma, invece, il focus è stato approfondire l’utilizzo della materia biologica donata. Il Responsabile del Centro Regionale Sangue Toscana Franco Bambi ha spiegato agli ospiti del Festival come, a oggi, solo il 20% del plasma raccolto è destinato all’uso clinico, mentre circa l’80%, aggiungendo che in controtendenza rispetto a ciò che è accaduto sul piano nazionale, e nonostante la pandemia, il raggruppamento Planet con la Toscana regione capofila ha conferito all’industria farmaceutica più plasma degli altri anni. Il merito? Anche del progetto Tsunami , il maggiore studio randomizzato compiuto in Italia sul plasma iperimmune e i suoi effetti, che su Donatorih24 abbiamo seguito con grandissima attenzione.

Conclusioni finali in questo incontro del Festival riservare al presidente di Avis nazionale Gianpietro Briola, che ha posto l’accento sulla necessità di investimenti economici che sarebbero necessari per migliorare ancora di più il sistema trasfusionale italiano. “Mi auguro – ha infatti sottolineato il presidente – che la stagione di uscita dalla pandemia con le opportunità del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) possano portare ad una svolta. In merito alla carenza di personale una soluzione può essere l’integrazione fra sistema pubblico e associazione per garantire una maggiore flessibilità. I modelli organizzativi non sono immutabili, ma possono essere modificati alla luce delle mutate esigenze”.

Ora, come sempre, bisogna passare dalle parole ai fatti, giacché le sfide del futuro sono alle porte come non mai.