L’attenzione per il Coronavirus ha attirato l’attenzione globale del mondo scientifico e dell’opinione pubblica.
Ci sono malattie, tuttavia, che meritano non minore considerazione, patologie che l’emergenza pandemica ha rischiato di far passare in secondo piano, e alcune sono strettamente connesse al sistema di donazione del sangue. Soltanto in Italia, per esempio, circa 1.800 persone al giorno necessitano di terapie salvavita alle quali possono accedere grazie ai donatori.
La United, onlus che raggruppa 25 organizzazioni locali e regionali di pazienti talassemici, lancia “Donavita Project”, una campagna di sensibilizzazione per tenere alta l’attenzione su malattie come talassemia, drepanocitosi e altre anemie rare.
L’iniziativa coinvolge istituzioni, associazioni di donatori e pazienti e organizzazioni i volontariato.
“Dopo aver superato la fase più critica della pandemia – spiega Raffaele Vindigni, presidente della United onlus – era necessario sensibilizzare l’opinione pubblica su patologie già esistenti prima del Covid-19. Il Covid non ha cancellato questo tipo di malattie. Bisognava altresì far conoscere le nostre necessità sulla talassemia e sulle terapie salvavita, bisogna far sapere che la talassemia non rappresenta un impedimento al normale volgere delle nostre vite, che possiamo essere protagonisti e non vittime”.
Donavita Project è stato strutturato come un talk show, rilievo è stato dato alle leggi e cosa manca alle leggi per poter essere ancora più incisive della battaglia contro certe patologie del sangue.
Il progetto si basa su uno spot televisivo rivolto ai giovani che sarà trasmesso sui social network e sulle reti televisive.
“La data che ci siamo dati – continua Vindigni – è quella di sabato 7 maggio, un giorno prima della giornata mondiale della talassemia. Stiamo raccogliendo più mini spot che saranno convogliati in un maxi spot da trasmettere nelle scuole”.
Testimonial dell’iniziativa è “l’ambasciatore del sorriso” Andrea Caschetto, giovane giramondo che, all’età di 15 anni, è stato sottoposto a un delicatissimo intervento per combattere un tumore al cervello. Andrea oggi è un globetrotter sempre in giro per il mondo, attivista umanitario a favore dei bambini orfani o che vivono in strada.
“Avevamo necessità – chiosa Vindigni – di parlare alle persone con un sorriso e nessuno in questo era più indicato di Andrea”.