Giovani pronti a leggere un mondo che cambia. Con la Scuola Avis e Campus

2021-10-21T15:03:17+02:00 21 Ottobre 2021|SCUOLA|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Preparare i giovani volontari di oggi alle sfide di domani con una formazione di alto livello.

In un mondo dagli scenari futuri in divenire, nel quale l’accelerazione tecnologica è in grado di modificare comportamenti, modalità di apprendimento e di comunicazione, nonché modalità interazionali di intere di comunità in pochissimo tempo, avere giovani in grado di leggere tali scenari è un fattore di efficienza addirittura decisivo per ambiti come il terzo settore, che si basano sulla partecipazione totalmente gratuita del pubblico.

Ecco perché è una buona notizia l’ennesima edizione della Scuola nazionale di alta formazione organizzato da Fondazione Campus insieme ad Avis.

La sinergia tra Campus è Avis è di lunga data, la Scuola nazionale di alta formazione è giunta alla sua settima edizione e  ha preso il via lo scorso weekend, venerdì 15 e sabato 16 ottobre nella consueta location milanese.

Sarà organizzata su tre moduli contenutistici e si concluderà a Roma poco prima di Natale, durante il weekend del 17 e 18 dicembre.

A maggio scorso, quando la notizia che la Scuola nazionale avrebbe avuto la sua nuova edizione in presenza, su Donatorih24 avevamo intervistato Fulvio Calia, Consigliere di gestione della Fondazione Campus e responsabile, per Campus, della Scuola nazionale di formazione AVIS, che ci aveva raccontato il concetto di fondo di un’iniziativa come questa, ovvero trasformare i partecipanti a saper affrontare i nuovi scenari.

LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA A FULVIO CALIA

Come sarà il futuro prossimo, mentre usciamo passo dopo passo dall’emergenza degli ultimi due anni?

Calia ribadì che la sfida principale è quella della capacità di interpretare i cambiamenti: “Non ci occuperemo direttamente di questioni sanitarie o mediche – disse –  Tuttavia, la pandemia ancora in corso ha modificato in molte maniere il nostro modo di interagire con gli altri. I giovani di AVIS – che sulla relazione con donatori, cittadini e istituzioni fonderanno il proprio lavoro – dovranno farsi trovare pronti a questo cosiddetto new normal. Non credo che AVIS possa rinunciare al rapporto, quasi fisico, con le migliaia di territori in cui insediata, però le tecnologie che abbiamo imparato a usare in questi 15 mesi potranno fare da moltiplicatore a quelle relazioni e mantenere ancora più vivo e continuo il rapporto con le comunità di riferimento”.

Ecco invece cosa ci ha detto Calia, in esclusiva per celebrare l’inizio dei lavori.: “Scuola Avis resta uno dei progetti a cui la Fondazione Campus di Lucca è più legata; la collaborazione con Avis, che negli anni è andata ampliandosi, ci onora ed è per noi una sfida a migliorarci. Quest’anno abbiamo inaugurato la settima edizione della Scuola e l’emozione di poterla svolgere sin dall’inizio in presenza, all’Università di Milano, è stata una gioia e un sollievo. Vorrei rivolgere un pensiero alla classe dello scorso anno, quella della sesta edizione, che ha frequentato la Scuola durante la fase più dura della pandemia, dovendo seguire lezioni e progetti a distanza e potendo tornare in aula solo nella primavera scorsa. La classe di quest’anno mi sembra molto solida, partecipe e matura, abbiamo iniziato subito a entrare nel vivo delle questioni e la presenza del Presidente nazionale Briola ha permesso un’ottima interazione sui temi associativi e di strategia di Avis. Proseguiremo il percorso nei prossimi mesi e contiamo di contribuire a formare un nuovo gruppo di giovani dirigenti associativi. Come è stato detto giustamente in aula: “I giovani non sono il futuro di Avis, i giovani sono il presente di Avis!”.

Il new normal del presente, dunque. Uno scenario che prevede la capcità di trovare nuove formule di vicinanza, di comunicazione e promozione dei valori del dono sul territorio, nuove formule per interagire con le istituzioni e aiutarle, come grande forza compatta di volontariato, a saper ovviare a tutte quelle attività di compensazione sociale che senza un terzo settore efficiente sarebbero impossibili.

giovani

L’intervento del presidente di Avis nazionale Gianpietro Briola

I tre moduli del corso si occuperanno di offrire un panorama completo di conoscenze, con un focus sul tema“Relazioni istituzionali e comunicazione nel non profit”, incentrato proprio sugli aspetti più politici e massmediali dell’attività sul campo.

Il secondo modulo, dal titolo, “Negoziare e mediare la gestione dei conflitti del non profit”, permetterà ai giovani di concentrarsi su questione più tecniche, di natura operativa e gestionale.

Infine il terzo, “Fare bene il bene. Etica, economia e management del non profit”, si occuperà esplicitamente di un argomento sempre centrale nella vita del sistema sangue, ovvero il compromesso tra etica e ragione economica come dialogo endemico in un settore come quello trasfusionale che si muove in un contesto economico in cui il profitto riveste un ruolo centrale.

Al primo weekend hanno partecipato personalità come Gianpietro Briola, presidente di Avis Nazionale, e Corrado Del Bò, coordinatore scientifico della Scuola di Formazione, che ha speso queste parole sul corso 2021, ribadendo gli ambizosi obiettivi formativi: ” è una grande soddisfazione poter continuare con questa esperienza in particolare dopo un anno difficile in cui la scuola stessa ha subito diverse trasformazioni per via della pandemia. Per la nuova edizione siamo ripartiti con le modalità classiche, prima tra tutte la possibilità di effettuare gli incontri in presenza. A livello didattico non ci saranno novità, il nostro obiettivo è quello di aiutare i corsisti ad acquisire un metodo che consenta loro di gestire i rapporti istituzionali, di risolvere i conflitti e di guardare a modelli organizzativi efficaci”.