La Rete di Tutti, il dono fa squadra
L’intervista al presidente Di Iorio

2021-10-12T14:48:22+02:00 12 Ottobre 2021|Donazioni|
rete di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

La Rete di Tutti  è diventata ormai una vera e propria realtà della donazione di sangue a Roma, con 11 anni di attività e impegno, tante iniziative, organizzazione di eventi speciali per il dono e tanto altro.

Il lavoro sul campo, “in trincea”, in una città grande e complessa come Roma dove il bisogno di sangue è sempre alto, è una componente fondamentale, e per capire cosa significa muoversi in un territorio ricco di peculiarità come quello romano abbiamo intervistato Felice Di Iorio,  da vari anni presidente dell’associazione che fa parte della costellazione Fidas, e che opera come gruppo di sostegno alle donazioni di sangue per vari ospedali di zona grazie a una propria autoemoteca. Ecco cosa ci ha detto dell’alto della sua lunga esperienza da volontario e dirigente.

Felice Di Iorio, tanti anni di vita dedicati alla donazione di sangue, e addirittura la fondazione di un’associazione, “La Rete di Tutti”, che opera a Roma e che fa parte di Fidas. Ci racconta questa bellissima esperienza?

È un cammino lungo oltre 11 anni. Nel 2010 ero trai soci fondatori di una giovane associazione, nata per unire gruppi spontanei di donatori che si incontravano per andare a donare il sangue. Col tempo questa realtà ha saputo crescere e raggiungere i volumi insperati. Per farlo è stato necessario l’apporto di tante energie, esperienze, punti di vista e competenze differenti. Ognuno ha dato un proprio apporto alla crescita. Ad oggi La Rete di Tutti collabora attivamente con alcuni dei principali Trasfusionali di Roma e del Lazio e con la sua autoemoteca opera direttamente sul territorio, raggiungendo i donatori nella loro quotidianità.

Quanto è importante in una città come Roma, immensa e dispersiva, creare comunità?

Moltissimo. Noi nasciamo con l’idea di essere e fare rete. Creiamo rapporti stretti di partnership con diverse realtà. Associazioni, Istituti scolastici, Centri sportivi, Comunità religiose e aziende, con cui ci piace collaborare. Il territorio di Roma è vasto e ha profonde differenze, che si palesano anche tra quartieri. Essere sul territorio vuol dire conoscerne le caratteristiche più profonde ed esserne parte integrante.

Rete

Felice Di Iorio, presidente dell’associazione “La Rete di Tutti”

La presidente di Avis Lazio appena eletta, Donatella Selis, ci ha detto che Roma è al tempo stesso un gran serbatoio di donatori potenziali e un luogo difficile da presidiare, dalla sua esperienza sul campo cosa emerge? È d’accordo? E come si fa a raggiungere capillarmente tutti i donatori potenziali?

Non credo sia difficile in senso stretto. È sicuramente un’attività impegnativa, che richiede molte energie ed attenzioni. Avere dei partner fidati aiuta molto a rendere più breve il passo tra il bisogno di donazioni di sangue delle strutture ospedaliere e il desiderio di fare un gesto davvero importante.

Veniamo ai temi nazionali. Autosufficienza sangue e plasma e ricambio generazionale. Come si fa a scalare questi due obiettivi importanti?

Arrivando al cuore delle generazioni più giovani. Assistiamo ad un continuo invecchiamento dell’età media dei donatori. Dobbiamo puntare sulle nuove forze, arrivando al loro cuore e facendo provare loro la vera gioia del donare. È un impegno che richiede il commitment di più realtà diverse e delle istituzioni. La scuola, fin dai primissimi anni, può portare alla cultura dei corretti stili di vita, da lì il passo verso la responsabilizzazione per la mia e la altrui salute è presto fatto. Sono da sempre convinto che sia fondamentale diffondere la cultura della buona salute, per far crescere oggi i donatori di domani.

Uno dei problemi che spesso si riscontrano sul territorio riguarda gli orari dei centri trasfusionali. La Rete di Tutti si muove con le autoemoteche? Andate incontro ai donatori?

Si, raggiungiamo i donatori con la nostra autoemoteca instancabilmente. Nel 2020, in piena pandemia, abbiamo raggiunto le 234 uscite, raccogliendo oltre 3.100 donazioni di sangue. Conosciamo bene le difficoltà di molti donatori, soprattutto giovani, alle prese con un mondo del lavoro non sempre flessibile e sensibile ai nostri temi. È per questo che da qualche tempo, in occasione di alcuni eventi, stiamo sperimentando la donazione pomeridiana ed effettivamente stiamo riscontrando grande apprezzamento da parte dei donatori.

Come sempre chiudiamo la nostra intervista con un’esortazione. Come si fa a convincere le nuove generazioni a donare?

Spesso ci si avvicina alla donazione su chiamata, sull’onda dell’emergenza di qualcuno a noi vicino che, nel frastuono del momento, ha bisogno di trasfusioni. Ma pensiamo come sarebbe più sereno affrontare una emergenza, se tutti facessimo della donazione di sangue un momento di ordinaria abitudine? Se tutti ci avvicinassimo alla donazione con spontaneità, solo allora avremmo raggiunto la pienezza di un gesto così importante. Non dono perché me lo chiedi, dono perché so che è importante per tutti noi.