Il paradosso della raccolta in Sicilia
Tanti donatori, poco personale

2021-10-11T12:55:54+02:00 11 Ottobre 2021|Attualità|
di Sergio Campofiorito

“Se non ci aiutano sarà un disastro”. È il grido d’allarme lanciato da Salvatore Calafiore, 69 anni, avvocato e neo presidente dell’Avis regionale siciliana, già presidente provinciale di Palermo.

Il sistema di raccolta sangue dell’isola è al collasso, non mancano i donatori, mancano medici e infermieri abilitati alla raccolta in una terra, la Sicilia, in cui risiede il maggior numero di cittadini talassemici: circa 2.500 (in tutta Italia sono 7.000) che hanno bisogno di trasfusioni puntuali.

“Registriamo una grave carenza di personale sanitario – denuncia Calafiore -, l’emergenza Covid ha spostato medici e infermieri verso operazioni come tamponi o vaccinazioni e non c’è stato alcun ricambio”.

Sicilia

Salvatore Calafiore

Un dato clamoroso sottolinea l’emergenza: “Negli ultimi tempi abbiamo dovuto cancellare 260 raccolte programmate. Per superare questo problema, che blocca tutto il sistema, chiediamo alle autorità un atto amministrativo che scavalli l’attuale incompatibilità al servizio per le donazioni di studenti specializzandi, medici di base e guardie mediche. La provincia di Palermo, che raccoglie 46 Avis comunali, è quella più colpita, ricevo telefonate di pazienti talassemici preoccupati di essere stati abbandonati, noi ce la mettiamo tutta ma abbiamo bisogno dell’aiuto delle istituzioni”. 

L’Avis isolana può contare su 83mila donatori che ogni anno garantiscono 125-130mila sacche di sangue. “Nei mesi di luglio agosto – continua Calafiore -, quelli storicamente più difficili per il crescente fabbisogno di sangue e per il concomitante calo di donazioni, circa 3.500 sacche di sangue ci venivano consegnate dall’Emilia Romagna, nel 2021, però, anche loro hanno avuto la stessa criticità riguardo alla mancanza di personale sanitario e quindi abbiamo dovuto rinunciare anche a questo aiuto”.

La difficoltà si riverbera anche nelle iniziative di sensibilizzazione: “Prima del Covid – ricorda Calafiore – andavamo in giro per le aule e i ragazzi rispondevano entusiasti, in questo particolare periodo storico non possiamo più entrare nelle scuole e quindi negli ultimi tempi soffriamo un po’ il ricambio generazionale”. 

Il reclutamento delle nuove generazioni, tuttavia, è bloccato a monte dalla grana più grossa: “Medici e infermieri non si possono inventare – chiosa il presidente regionale -, tanti ci chiedono di donare ma abbiamo le mani legate”.