Avis Trentino, un unicum nazionale
Le parole di Elisa Viliotti

2021-09-29T12:58:48+02:00 29 Settembre 2021|Attualità|
Trentino di Sergio Campofiorito

L’Avis Trentino rappresenta un unicum per l’associazione Avis, rispecchiando l’unicità del territorio che rappresenta.

L’assetto istituzionale del Trentino Alto Adige, per la differente composizione linguistica della popolazione, comprende le due province autonome di Trento e Bolzano. I cittadini si dividono in cittadini di lingua italiana (prevalentemente in Trentino), cittadini di lingua tedesca (prevalentemente in Alto Adige) e otto comuni (Badia, Corvara in Badia, La Valle, Marebbe, Ortisei, San Martino in Badia, Santa Cristina Valgardena, Selva di Val Gardena) a maggioranza linguistica ladina.

Le due province autonome hanno il potere di legiferare in molte materie che di norma sarebbero di competenza statale o regionale.

L’Avis Trentino, seguendo il modello istituzionale della Regione, è quindi equiparata a un’Avis regionale. “Chi mi ha preceduto – spiega Elisa Viliotti, 40 anni, da metà giugno 2021 è la presidente dopo aver ricoperto per quattro anni la carica di segretario – ha replicato il modello statuario del Trentino Alto Adige, rispecchiandone la regolamentazione. L’Avis Trentino non ha quindi sezioni provinciali, ma quarantasei sezioni comunali. È un modello che fa parte della nostra educazione e in termini di governo restituisce ottimi risultati”.

Trentino

Elisa Viliotti, presidente Avis Trentino

L’Avis Trentino può contare su circa 20mila donatori che ogni anno offrono circa 25mila sacche di sangue, molti di loro vivono nelle piccolo vallate. “Grazie a partnership tra pubblico e privato riusciamo a raggiungere in modo capillare tutto il territorio” – sottolinea Viliotti.

Capitolo Coronavirus: “Nel 2020 – continua la presidente – abbiamo affrontato un calo delle donazioni, sono state 21.792 a fronte delle abituali 25mila. Quest’anno, invece, abbiamo registrato circa 2.300 richieste di nuovi donatori, di cui 840 nella fascia d’età 18 – 30 anni, circa la metà attendono ancora le visite di idoneità che stiamo gradualmente smaltendo”.

Finita la fase più dura dell’emergenza pandemica, come denunciato da diverse Avis disseminate nel territorio italiano, ne è iniziata un’altra: la mancanza di medici e infermieri arruolati per la campagna vaccinale e per rispondere al bisogno delle sale operatorie degli ospedali.

“In Avis Trentino lavorano diversi medici volontari, anche medici in pensione. In generale c’è poco personale sanitario disponibile, però noi abbiamo tenuto botta – chiosa la presidente -. Con la recente apertura della facoltà di Medicina contiamo di arruolare anche studenti e stiamo progettando di offrire una borsa di studio”.