Vaccino per gli operatori sanitari. Avis ribadisce le regole del governo

2021-09-06T12:37:32+02:00 6 Settembre 2021|Attualità|
vaccinati Di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Da ormai molti mesi il dibattito pubblico in Italia è concentrato in larga parte sul vaccino anti Covid-19 e sulle divergenze di vedute su tutte le questioni a esso inerenti, come per esempio il Green Pass e l’obbligo di esibirlo per entrare nei luoghi, pubblici, il vaccino obbligatorio per tutti i cittadini, la delicatissima questione del vaccino per i minorenni e per alcune categorie lavorative che, giocoforza, svolgono mansioni di interesse pubblico in ambienti nei quali operare in presenza è inevitabile.

Parliamo naturalmente del personale scolastico e, caso che per noi di Donatorih24 è ancora di maggior interesse, del personale sanitario che lavora a contatto con i pazienti.

Ancora oggi, una piccola percentuale di operari sanitari rifiuta l’obbligo vaccinale, anche se, circa due mesi fa, erano partite le prime sospensioni per i sanitari “no-vax”.

Chi è favore e chi contro l’obbligo vaccinale per i sanitari in Italia

 

Il report governativo

Secondo l’ultimo report governativo sulla campagna di vaccinazione in Italia, disponibile al link Microsoft PowerPoint – 210827_grafici report settimanale (governo.it), datato 27 agosto 2021, sono oggi circa 35 mila gli operatori sanitari ancora non vaccinati in Italia, l’1,79% una percentuale quindi molto esigua, se si considera che sono compresi anche tutti quegli individui che non possono accedere al vaccino per motivi diversi dal semplice rifiuto ideologico. (Figura 1)

vaccino

La campagna vaccinale e il personale sanitario nel report del 27 agosto 2021

È evidente che per chi svolge un mestiere così delicato – e sapendo che le infezioni nosocomiali sono sempre tra le più coriacee – la vaccinazione è un gesto di responsabilità che permette di accrescere le condizioni di sicurezza per il transito nelle strutture sanitarie, sia che si parli di personale impiegatizio che di pazienti.

Nell’ottica di un accrescimento di sicurezza, dunque, va interpretata la notizia secondo cui in tutta Italia i giudici stanno rifiutando i ricorsi degli operatori sanitari no-vax, con una motivazione precisa e inoppugnabile: l’interesse pubblico previsto dalla legge prevale sulla libertà di scelta vaccinale.

Per il sistema trasfusionale, come non manchiamo mai di ricordare, la sicurezza è uno degli asset principali, è così, Avis nazionale, si è mossa a ribadire il proprio codice interno, in linea con le indicazioni del Il decreto-legge 1° aprile 2021 n. 44, precisando che solo gli operatori vaccinati possano operare nelle strutture Avis, sia di raccolta che di accoglienza.

La circolare Avis

Ecco in dettaglio, le disposizioni della sede nazionale per i propri affiliati, a partire dall’articolo 4 che si occupa delle “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 mediante previsione di obblighi vaccinali per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario” ai co. 1 e 2 prevede quanto segue:

In considerazione della situazione di emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2, fino alla completa attuazione del piano di cui all’articolo 1, comma 457, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e comunque non oltre il 31 dicembre 2021, al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza, gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2.

La vaccinazione costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative rese dai soggetti obbligati. La vaccinazione è somministrata nel rispetto delle indicazioni fornite dalle regioni, dalle province autonome e dalle altre autorità sanitarie competenti, in conformità alle previsioni contenute nel piano.

  Solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale, la vaccinazione di cui al comma 1 non è obbligatoria e può essere omessa o differita.                                                                                             

Ne deriva che gli esercenti professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario operanti presso le U.d.R. associative sono tenuti a rispettare gli obblighi previsti ai sensi e per gli effetti di cui sopra. In caso contrario non sono autorizzati all’espletamento dell’attività sanitaria di selezione e raccolta di sangue intero ed emocomponenti.

Si richiede pertanto alle Associazioni di ottemperare alle disposizioni della normativa di cui trattasi, in particolare di dar seguito agli atti di accertamento delle ASL territorialmente competenti, di cui ai commi 6 e ss dell’art. 4, così che solo gli operatori vaccinati possano operare nelle strutture AVIS, sia di raccolta che di accoglienza. Si richiede altresì di verificare il possesso del green pass in capo ai volontari.

Per quanto riguarda il personale amministrativo,  non direttamente interessato dalle disposizioni di cui al DL 44/21, si ricorda che il Medico Competente, nell’ambito del piano di sorveglianza sanitaria dallo stesso eventualmente revisionato  a fronte dell’emergenza Covid-19, nonché in considerazione del rischio specifico sotteso ad ogni mansione, può prevedere l’estensione dell’obbligo vaccinale o, nell’espletamento del proprio ruolo di consulente in ambito di sicurezza, suggerire al datore di lavoro l’adozione di idonei mezzi di prevenzione e protezione.

Si raccomanda a chi pur essendo amministrativo e volontario a contatto diretto con i donatori o personale esterno di essere dotato di green pass.

Si evidenzia infine che siffatta soluzione risulta percorribile anche in ordine al personale sanitario e di interesse sanitario qualora le ASL non abbiano ancora portato a termine le procedure volte ad accertare l’adempimento dell’obbligo vaccinale.

Regole di sicurezza contro le carenze

Una circolare doverosa, che mira a confermare l’altissimo livello di sicurezza dei centri di raccolta sangue, in modo da tranquillizzare i donatori di sangue ed evitare che dei legittimi timori rendano ancora più complicata la raccolta sangue e la strada verso l’autosufficienza in un momento in cui la carenza di sangue è vicina diventare una vera e propria emergenza.