In un anno difficile il caso del Friuli
37k donazioni e 8k sacche fuori regione

2021-09-01T14:59:43+02:00 1 Settembre 2021|Donazioni|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Come ormai è noto, quest’ultimo anno è stato molto difficile per la donazione di sangue. L’estate non ha certo migliorato la situazione, tanto che, solo pochi giorni fa, lo scorso 18 agosto, il Centro nazionale sangue comunicava una carenza di ben “650 sacche di sangue su tutto il territorio nazionale, a fronte della disponibilità di appena 90 per la compensazione interregionale, un segno che le difficoltà riguardano anche quelle regioni che normalmente riescono a mettere a disposizione le proprie scorte in eccedenza per compensare le carenze di altre regioni”.

Una situazione che ha portato a carenze gravi negli ospedali, come dimostra la vicenda raccontata da Francesco Pastorello che abbiamo seguito nei giorni scorsi. 

In questo quadro, va sottolineato il lavoro costante delle associazioni di donatori, Avis, Fidas, Fratres e Croce Rossa, ma fa molto piacere parlare di una bellissima storia che riguarda il Friuli Venezia Giulia, regione che in questi giorni, complice il 62esimo congresso provinciale dell’Associazione friulana donatori di sangue, andato in scena domenica scorsa a Lestizza in provincia di Udine, ha tracciato un bilancio del suo apporto alla rete trasfusionale contando 37 mila donazioni tra sangue e plasma, un numero importante che consentito di supportare il servizio trasfusionale nazionale con 8mila sacche di sangue inviate fuori regione.

anno

Il logo di Afds

Grande merito di Afds in questi anni, oltre a diffondere sul territorio i valori del dono con costanza creando un tessuto culturale unito ed efficace, è stato quello di promuovere la donazione attraverso lo strumento dell’autoemotca.

A Telefriuli, il presidente di Afds, Roberto Flora, ha parlato di questa performance positiva e ha ringraziato soprattutto i giovani.

Questo il riassunto del suo intervento televisivo.

“È stato un anno particolare ma abbiamo voluto fare lo stesso il congresso in presenza, per i tanti donatori che hanno contribuito con il loro gesto. In questo territorio esiste una cultura del dono e per rispettarla era giusto essere presenti. I donatori benemeriti sono persone speciali che vanno ringraziate in questo Abbiamo dovuto combattere con la paura psicologica, che è stato il vero problema di questi mesi, ma i donatori non si sono fermati, come segno della cultura che c’è nel nostro territorio.

In estate c’è un periodo critico e ci sono carenze, ma i donatori possono sapere via app qual è il momento opportuno per andare a donare. In Afds ci sono molti giovani che entrano grazie alla promozione che facciamo alle scuole superiori, e grazie ai professori che anche nel periodo della Dad sono riusciti a trasmettere i valori del dono. L’obiettivo dei prossimi anni è far comprendere ai giovani, molto sensibili, che domani saranno proprio loro i dirigenti di questa associazione e che dunque devono offrire qualche ora del loro tempo libero per andare a donare sangue. Ci contiamo perché i giovani sono il futuro ma sono anche il presente. Ci vuole costanza coerenza e bravura per comunicare questo messaggio”.

Ecco invece l’intervista completa di Roberto Flora a Telefriuli:

Parole importanti, di cui ci fa piacere sottolineare soprattutto un passaggio, quello sulla capacità di lavorare con le scuole. Le associazioni lo fanno, ma si potrebbe fare ancora di più e per esempio inserire workshop sulla donazione di sangue come momento specifico della formazione scolastica.

Solo con questo lavoro a lungo termine sul territorio è possibile assicurare quel ricambio generazionale che è linfa vitale per il sistema.