Salgono a quattordici le province italiane in cui sono stati riscontrati casi di West Nile Virus. Dopo La Spezia (il primo territorio del 2021, a inizio luglio, in cui è stata riscontrata l’infezione), l’allerta è scattata (in ordine cronologico) anche a Modena, Bologna, Ferrara, Bergamo, Ravenna, Piacenza, Mantova, Reggio Emilia, Alessandria Venezia, Udine, Rovigo e, per ultima (5 agosto) Vercelli.
L’areale dell’infezione corrisponde per adesso al classico areale delle zanzare vettori del virus, dunque è concentrato nella Pianura Padana, Triveneto e zone del Piemonte e della Lombardia.
La minaccia del West Nile arriva ogni estate e specie all’esplodere del caldo l’andamento dei casi è da tenere sotto controllo. Il calo di donatori legato alla pandemia Covid-19, infatti, non può accettare ulteriori complicazioni sul numero dei donatori, per non mettere a rischio l’autosufficienza nella raccolta sangue, già storicamente carente durante la bella stagione.
Come disposto nella circolare diramata dal Cns, indirizzata anche alle associazioni Avis, Fidas, Cri e Fratres, “per i donatori che abbiano soggiornato anche solo per una notte nella province interessate si raccomanda di utilizzare il test Wnv Nat quale alternativa al provvedimento di sospensione temporanea dalle donazioni per 28 giorni”. Il piano di difesa contro l’infezione prevede il rafforzamento della sorveglianza dei casi di contagio fino a tutto il mese di novembre 2021, un rafforzamento che riguarda anche i donatori di sangue ed emocomponenti.
Le zone rosse in Italia e nel mondo sono individuate in base a tre criteri: il riscontro della prima positività per West Nile Virus su pool di zanzare o su esemplare di avifauna; il riscontro di positività confermata del test Elisa IgM e/o del test molecolare per Wnv in equidi; la notifica di un caso umano confermato di malattia neuro-invasiva da Wnv (Wnnd) o di febbre da Wnv (Wnf).
Scattato il campanello d’allarme saranno svolti i test su un singolo campione delle donazioni di sangue ed emocomponenti raccolte nelle province interessate e, su base nazionale, nella sospensione temporanea per 28 giorni dei donatori che hanno trascorso almeno una notte nell’area interessata.
Il Cns ha raccomandato ai servizi trasfusionali di rafforzare le anamnesi per il periodo compreso tra il 1° giugno e il 31 ottobre, ma la forbice potrebbe ampliarsi in base all’andamento meteorologico e al diffondersi dell’infezione. C’è il rischio che la sospensione di 28 giorni per troppi donatori pregiudichi l’autosufficienza di singole province e regioni, in questo caso il Centro nazionale sangue raccomanda di testare i singoli campioni anziché procedere alla sospensione.
Confermata, anche per il 2021, la sospensione per 28 giorni per i donatori che rientreranno da Stati Uniti e Canada, in considerazione della persistente circolazione del virus nei paesi del Nord America.
A questo link è possibile scaricare la tabella sinottica pubblicata dal Cns.