Plasmaderivati, la conferenza in senato
L’obiettivo è garantire i farmaci

2021-07-15T15:38:51+02:00 15 Luglio 2021|Attualità|
plasma iperimmune di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Ricco di spunti e, speriamo, potenzialmente foriero di un vero impegno congiunto è stata la conferenza dal titolo “Plasmaderivati – Appello delle associazioni pazienti alle istituzioni”, che si è da pochissimo conclusa nella Sala Caduti di Nassiriya di Palazzo Madama a Roma.

L’incontro era promosso da AIP (l’Associazione italiana dei pazienti con immunodeficienze primitive), e ha permesso un dialogo tra associazioni di pazienti, donatori e politica, sulle soluzioni da attuare per affrontare la carenza di farmaci plasmaderivati. In ballo argomenti come ottimizzazione del quadro economico, rimozione di ostacoli economici, come il payback sui plasmaderivati, sono tra le manovre proposte allo scopo di supportare l’accesso ai pazienti per cui questa particolare categoria di farmaci è l’unica alternativa disponibile.

A condurlo, la senatrice Maria Rizzotti di Forza Italia, che sin dall’inizio è entrata in pieno merito della materia: “Ci tenevo molto a organizzare questa conferenza – ha detto – perché non ‘è ancora chiara contezza di quanto siano importanti i plasmaderivati. Le associazioni di pazienti vogliono sollecitare le istituzioni in questo senso. Noi siano autosufficienti intorno al 70% ma nell’ultimo anno c’è stato un calo del 2%. L’Organizzazione mondiale dell sanità ha riconosciuto i plasmaderivati, che curano patologie gravi, come farmaci essenziali. Le aziende ci mettono circa un anno a produrre i plasmaderivati da quando arriva il plasma a quando il farmaco è disponibile all’utilizzo, e dunque serve programmazione. Quando ci sono i tavoli di lavoro al ministero è importante che vi sia la giusta informazione, con aggiornamenti mensili per il bene dei tavoli stessi.  Noi vogliamo dare uno stimolo alla raccolta sangue, non solo per le varie necessità sanitarie ma anche per la produzione di farmaci salvavita. Col Covid-19 ci sono state problemi di raccolta, ma devono essere incentivate le unità mobili, perché non si può raccogliere il sangue dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 11. Inoltre c’è un problema di tassazione, perché le multinazionali non sanno giustificare una tassazione che, sebbene sia stato azzerata su scala regionale resta su piano nazionale. Noi dobbiamo essere la voce delle associazioni dei pazienti e le risposte devono essere rapide. Mi auguro che l’evento di oggi possa stimolare attenzione abbastanza rapida, perché pensare che determinati farmaci tra pochi rischiano di none essere più disponibili, e questo è un problema”.

Alessandro Segato di Aip ha raccontato la realtà che accade sul territorio, ringraziando i donatori: “Per noi di Aip la carenza di farmaci salvavita è un problema veramente importante, che c’è sempre stato. La pandemia ha creato problemi e ha messo a rischio la presenza dei plasmaderivati e in particolare delle immunoglobuline che sono in prodotto driver. Ringraziamo le associazioni di donatori ma siamo preoccupati per molti pazienti in Toscana, Puglia, Campania, che provano ad andare a prendere le immunoglobuline e vengono rimandati indietro. Il dono del sangue è un gesto straordinario che deve restare gratuito, pur nella necessità di agevolare la raccolta e crescere nell’autosufficienza”.

Appropriatezza nell’uso delle risorse, aumento della raccolta plasma implementando lo sforzo dei centri trasfusionali e incentivi economici per i player di sistema sono soluzioni possibili, che dovranno essere vagliate dall’interlocutore politico.

Massimo Marra (CIDP) presidente dell’associazione che riunisce i pazienti di polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica, ha introdotto il tema della diplomazia internazionale da rafforzare a livello politico: “Abbiamo bisogno di una risposta straordinaria a queste necessità, dobbiamo migliorare la raccolta e incrementarla dove è ottimale. Abbiamo inoltre bisogno di una forza diplomatica maggiore, qualcuno che dica, quando le nazioni diventano protezioniste, che tra nazioni amiche ci si devono scambiare le immunoglobuline. Inoltre, bisognerebbe rafforzare l’appropriatezza”.

Manifesti di Avis per promuovere il dono del plasma

Giovanni Musso di Fidas, a rappresentanza dei donatori di sangue, ha ampliato il discorso offrendo delle soluzioni chiare e precise.  “La Fidas è le altre associazioni del dono – ha ribadito Musso – hanno un unico obiettivo inderogabile, ovvero soddisfare le esigenze dei pazienti. La generosità dei nostri donatori associati in molti casi è l’unica terapia salvavita per il bisogno dei pazienti. Per i globuli rossi abbiano raggiunto da tempo la tanto agognata autosufficienza, se si esclude qualche carenza, e i donatori ci sono sempre stati. Per il plasma esistono invece diverse criticità. La flessione dell’ultimo hanno è stata lieve, e ciò significa che la formula italiana abbia retto al duro colpo. Va ricordato però che il 35% circa del plasma utilizzato in Europa arriva dal mercato estero e in particolar modo dagli Usa, che hanno una raccolta di plasma basata sui datori a pagamento e che in pandemia hanno avuto una flessione del 30%. Il problema quindi non è sull’organizzazione interna ma è il fatto che dobbiamo ricorrere al mercato. Sangue e plasma sono risorse strategiche per un paese che si vuole affrancare dalla dipendenza dal mercato, quindi più che protezionismo parlerei di strategia. Lo stato deve aiutare i cittadini a donare per aiutare i pazienti, e le associazioni dei pazienti chiedono la risorsa disponibile. Quindi come associazione di donatori chiediamo di essere aiutati dallo stato a fare il nostro dovere con 3 azioni fondamentali: 1) un potenziamento dei centri trasfusionali pubblici esistenti, delle ore a disposizione per aprire questi centri con un aumento di fondi 2) attivazione di corsi universitari per medici trasfusionisti, 3) riportare la materia sangue alla centralità dello stato, bisogna aggiornare il sistema e reingegnerizzarlo, con il Cns che deve avere un ruolo sempre più centrale. Collaborando tutti, medici, associazioni, aziende, e donatori, riusciremo a ottenere l’indipendenza dal mercato”.

La questione commerciale, non può tuttavia non essere considerata centrale, visto che l’incremento della domanda di plasmaderivati nell’ultimo anno è stata del 6-7%.

Annamaria Parente (Presidente Commissione Igiene e Sanità del Senato) non l’ha tralasciata nel suo intervento: “Se le associazioni dei pazienti interpellano le istituzioni è un fatto importante e interroga la nostra coscienza, specie se i pazienti si trovano a dover ridurre il loro dosaggio necessario. L’impegno è oltre i colori politici. Molte delle problematiche che sono qui oggi, come le differenze regionali, precedono la pandemia, e quindi l’accentramento del controllo su temi come questo è un primo tema. Il secondo tema che raccoglie tutti gli altri è: quale ambito più virtuoso di questo, in cui si incontrano pubblico, aziende, istituzioni esiste? Ecco perché sicuramente vedremo se possiamo intervenire sulle tassazioni alle aziende, come voi chiedete, e di fare un atto parlamentare che guidi la sensibilizzazione sul tema anche grazie a una campagna su base nazionale che coinvolga i giovani. Sono loro secondo me che hanno compreso più di tutti, con la pandemia, cosa significa curare l’altro. Ce la metteremo tutta”.

Infine spazio alla senatrice Elisa Pirro del Movimento 5 Stelle, che ha chiuso promettendo impegno: “Bisogna intervenire sulle differenze regionali – ha ribadito la senatrice – e sono anni che il Movimento 5 Stelle discute di questo tema: continuiamo a credere che bisogna centralizzare le decisioni e ridistribuire servizi prestazioni da una decisionalità centrale, per evitare che ci siano cittadini di serie A e di serie B. Offrire incentivi economici agli operatori del settore affinché non sia antieconomico operare in questo settore è importante , così come fornire adeguata formazione e una ridistribuzione delle forze in senso ottimale nel nostro sistema sanitario. Non ci sono colori politici quando si tratta di assicurare le cure ai pazienti”.