Il rischio carenza per plasmaderivati
Il 14 luglio una conferenza sul tema

2021-07-13T15:01:03+02:00 13 Luglio 2021|Attualità|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Una buona notizia. Un tema assolutamente urgente e necessario come l’importanza dei farmaci plasmaderivati per la cura dei pazienti di moltissime patologie gravi come per esempio l’emofilia e le immunodeficienze primitive, arriva finalmente in senato, nel luogo in cui la politica è di casa.

Mercoledì 14 luglio infatti, dalle 14 alle 15 nella Sala Nassiriya del Senato della Repubblica a Roma, di terrà la conferenza dal titolo “La carenza di plasmaderivati metterebbe in grave pericolo la vita di pazienti per i quali questi farmaci sono terapie salvavita”, grazie all’impegno della Associazione Italiana dei pazienti con Immunodeficienze Primitive, l’ AIP OdV.

Ecco il link zoom dove si può seguire la conferenza: Launch Meeting – Zoom

Questa conferenza non è, fortunatamente, un momento occasionale. Ormai da tempo la sensibilizzazione degli addetti ai lavori, dei donatori, e perfino dell’opinione pubblica sul legame tra autosufficienza nazionale per il plasma da destinare alla produzione di farmaci, è costante in vari scenari: basti pensare, di recente, al peso che la questione ha avuto nelle dichiarazioni dei principali dirigenti durante il World Blood Donor Day 2021, e all’esauriente webinar organizzato da Avis qualche settimana fa. 

Il quadro di riferimento è molto chiaro, come spiega il comunicato di presentazione dell’evento: “Nonostante il grande contributo dei donatori italiani, tra le conseguenze del COVID-19 c’è stato un calo delle donazioni di sangue e plasma a livello mondiale, circa il 20% negli Stati Uniti che sono il primo fornitore a livello mondiale per la produzione di farmaci plasmaderivati. La contrazione delle donazioni riguarda e preoccupa tutti quei pazienti per i quali i plasmaderivati sono terapie salvavita o in grado di ricondurre il paziente al di fuori da condizioni di disabilità. I prodotti più interessati dalla situazione contingente sono le immunoglobuline la cui domanda mondiale è salita del 6-7% annuo e tale incremento, insieme ad un costante e crescente divario tra domanda e offerta, al calo delle donazioni e ai lunghi tempi di produzione tipici di questi prodotti biotecnologici (7-12 mesi), rendono oggi il rischio carenza una minaccia concreta”.

Alessandro Segato, presidente Aip-Odv

E ancora:

“L’Italia riesce a coprire un fabbisogno che per alcuni farmaci derivati dal plasma arriva al 70%, raccogliendo circa 860 tonnellate di plasma ogni anno. Per la quota restante deve affidarsi al mercato internazionale. Gli alti costi di produzione e la limitata disponibilità di materia prima caratterizzano il valore dei farmaci plasmaderivati e ne riducono la marginalità, attivando logiche competitive di mercato tra Paesi per l’approvvigionamento del prodotto commerciale, e rendendo più difficile preservare la sostenibilità del sistema”.

Come agire per correggere i disallineamenti di sistema e spostare il focus sul beneficio per i pazienti, vero obiettivo da preservare? Sviscerare criticità e proporre soluzioni sarà il compito della conferenza di mercoledì, che vedrà impegnati ospiti importanti come, tra gli altri, la senatrice di Forza Italia Maria Rizzotti, Claudio Jommi dell’Università Bocconi di Milano e Alessandro Segato, presidente Aip-Odv.

Ecco le parole di quest’ultimo, a corredo dell’evento che verrà: “Ringrazieremo sempre i donatori di plasma e sangue per il loro gesto di solidarietà, ma oggi il quadro è sempre più complicato e, le segnalazioni di carenze, di bandi deserti, di modifiche alle terapie, di difficoltà di accesso che ci arrivano da pazienti, clinici, istituzioni e che le aziende del farmaco ci confermano, preoccupa i nostri pazienti per i quali la terapia sostitutiva con immunoglobuline è l’unica alternativa terapeutica e in molti casi salvavita e tanti altri pazienti per i quali sono farmaci rilevanti per una migliore qualità di vita priva di disabilità.  Occorre agire urgentemente per garantire il diritto alla cura e all’assistenza. Le proposte ci sono, ora occorre concretezza. Se c’è una cosa che la pandemia ci ha insegnato è che la salute è quanto di più prezioso abbiamo e va preservata.”