Una speranza contro il Coronavirus
Lo studio che ne prevede l’evoluzione

2021-07-07T14:45:24+02:00 7 Luglio 2021|Attualità|
coronavirus di Sergio Campofiorito

Dall’Italia arriva una nuova speranza per combattere il Coronavirus: un esame di laboratorio che può prevedere l’evoluzione del Covid e dello stato iperinfiammatorio che la caratterizza.

Lo studio è stato pubblicato a giugno nella rivista Scientific Reports del Nature Publishing Group. Il test si chiama Monocyte Distribution Width ed è stato ideato da un team interforze tutto italiano composto da Usl di Modena, vari dipartimenti dell’Azienda ospedaliero – universitaria di Modena (Anestesia e rianimazione del Policlinico, diretto da Massimo Girardis, Ematologia, diretto da Mario Luppi, Malattie infettive, diretto da Cristina Mussini) e Unimore (con il team di ricercatori diretto da Andrea Cossarizza).

L’esame si basa sull’analisi della morfologia dei monociti, un tipo di globuli bianchi che compongono parte del nostro sistema immunitario. “Quando vi è uno stimolo che produce l’attivazione del sistema immunitario – spiega il professor Tommaso Trenti, direttore del dipartimento Interaziendale di medicina di laboratorio, nell’annuncio riportato sul sito dell’Azienda ospedaliero – universitaria di Modena -, come nel caso di infezioni sia batteriche, sia virali, si modifica la morfologia dei monociti.

Il professor Tommaso Trenti

Con le nuove apparecchiature a disposizione siamo in grado di misurare in laboratorio l’entità di queste alterazioni cellulari. Nel lavoro pubblicato si è descritto per la prima volta il significato biologico e il ruolo prognostico di questo nuovo parametro ematologico, chiamato appunto Mdw, nel monitoraggio di pazienti Covid-19 ospedalizzati utilizzato come innovativo bio-marcatore utile per la diagnosi precoce di sepsi virale, ovvero di grave infezione”.

“L’esame ha dimostrato, per la prima volta – continua il dottor Giovanni Riva, nel team di Ematologia diagnostica e genomica clinica del professor Enrico Tagliafico -, come il valore dell’Mdw, in pazienti Covid-19 seguiti durante il ricovero in reparti di terapia intensiva e sub-intensiva, sia correlato significativamente con la gravità e l’andamento clinico della malattia. Si tratta di un esame prognostico di ‘sepsi virale’ oltre che batterica, come in effetti può essere considerato il Covid-19 nella sua forma clinica più grave come già ipotizzato in precedenti lavori svolti sempre a Modena e già pubblicati”.

Alti valori di Mdw si associano a una elevata mortalità: “Viceversa – aggiunge Massimo Girardis, bassi valori individuano i pazienti che hanno forti probabilità di guarire”.

Lo studio anti Coronavirus è stato condotto su 87 pazienti ricoverati per Covid-19 nei reparti di cura intensiva e sub-intensiva nei quali l’Mdw è risultato essere correlato in modo altamente significativo con alcuni classici bio-marcatori di infiammazione.