Per la prima volta nella sua storia il World Blood Donor Day 2021 è stato trasmesso in streaming in tutto il mondo, una festa molto attesa dopo il rinvio dello scorso anno a causa della pandemia. Tra la celebrazione dei donatori (qui le parole del direttore di Dh24 Luigi Carletti) del loro apporto solidale alla causa sanitaria mondiale e i tanti video di presentazione del grande lavoro fatto da istituzioni e associazioni volontarie, sono emersi dall’evento di apertura anche i principali obiettivi di sistema per il futuro: sicurezza e accesso facilitato agli emoderivati per tutti, non solo nei paesi ad altro reddito ma anche in quelli in via di sviluppo.
L’apertura è riservata al ministro della Salute Roberto Speranza, che ha sottolineato l’importanza del dono del sangue per la salute pubblica e il ruolo dell’Italia, al centro di una rete virtuosa internazionale: “Nessuno può farcela da solo – ha ricordato il ministro – ognuno di noi sta bene solo se gli altri stanno bene e il dono del sangue è il simbolo di questa necessità comune di fare rete, e di implementare i servizi sanitari in tutte le nazioni del mondo”.
Durante tutto l’evento il senso di fare rete è stato perfettamente rispettato. E lo spazio è andato dunque a molte delle associazioni che nel tempo hanno contribuito a fa crescere il livello qualitativo della sanità mondiale. Ecco il video completo della grande festa di ieri:
Mariângela Batista Galvão Simão, Assistente del Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Salute, ha aperto gli interventi del World Blood Donor Day che il sangue e gli emoderivati sono diversi da tutti gli altri prodotti sanitari, perché né il paziente né il somministratore delle trasfusioni, hanno il controllo sul prodotto che deve avvenire a monte: “Siamo qui per ringraziare tutti coloro i quali compartecipano alla sicurezza del sangue e degli emoderivati. L’Oms mira a che tutti i paesi del mondo possono avere scorte di sangue sicure ogni qualvolta ce ne sia bisogno. L’Italia è riuscita a cerare un sistema autosufficiente in alte percentuali grazie a un sistema etico che è un modello per tutto il mondo, ma dobbiamo ricordarci che in tanti paesi ancora si lotta per questo obiettivo. In 62 paesi del mondo siamo molto al di sotto di standard di donazione accattabile e in questi paesi le donne e i bambini sono le categorie più colpite. Una situazione non accettabile che deve essere cambiata. A tal fine l’Oms ha lanciato un nuovo piano generale d’azione da condividere con tutti i donatori. Dobbiamo fare sempre di più per mostrare questa solidarietà globale. Il mondo ha bisogno dell’entusiasmo e dell’energia dei giovani. Ecco perché mi sento di dire a tutti di offrire il proprio dono ed essere proattivi”.
Ma il sangue serve anche a chi si muove dal proprio paese per lasciare situazioni difficili. La Croce Rossa segue tutte quelle persone che escono da conflitti, dalla fame, e che hanno bisogno di cure sia dove i conflitti impazzano sia quando tentano di andare incontro a una vita migliore. Francesco Rocca, presidente delle Federazioni internazionali della croce Rossa, ha offerto il proprio quadro della situazione agli spettatori del World Blood Donor Day : “La donazione di sangue non remunerata salva ogni anno migliaia di persone in tutto il mondo. I rituali della nostra vita sono in contrasto rispetto a come vivevamo prima della pandemia, e quello che è successo ha fatto capire quando siamo importante sostenersi a vicenda. La donazione salva le vite delle persone, per ogni donazione anonima possono essere salvare tre vite. Il Covid-19 ha cambiato il modo in cui possono essere offerti servizi sanitari cruciali. Con le chiusure ci sono stati molti problemi per i donatori, e per le persone, specie nei paesi in via di sviluppo, c’è stata grande difficoltà per reperire sangue. Il cambiamento comincia dai giovani: nell’ultimo anno abbiamo trovato modi per incontrarci on-line ma non ancora trovato il modo di donare sangue in modo differente dal tradizionale”.
Erica Wood, Presidente dell’International Society of Blood Transfusion, in collegamento da Melbourne in Australia, ha spiegato invece come sostenere il benessere dei donatori e dei pazienti: “Condividiamo esperienze e pubblichiamo rapporti scientifici che sono pubblicati nelle principali riviste. C’è molto bisogno di sangue nei paesi a medio reddito, e noi lavoriamo in tutto il mondo per poter migliorare questa situazione. Sono stati necessari grandi sforzi per ottenere dei risultati e oggi l’Isbt ringrazia tutti coloro che hanno donato”.
Gian Franco Massaro, Presidente International Federation of Blood Donor Organizations (Fiods) da ormai molti anni, ha invece dedicato il proprio spazio ai valori che sono alla base del dono del sangue, e su come diffonderli: “Il 2020 è stato un anno particolare che ci ha permesso di consolidare obiettivi importanti, come 27 milioni di associati e 33 milioni di sacche di sangue. Purtroppo ci sono ancora carenze di emoderivati in moltissimi paesi, ma anche se dal 2004 al 2011 ci sono state 8 milioni di donazioni non retribuite in più, non a tutti è garantita la garanzia delle cure. Il donatore deve pretendere la massima trasparenza sulla destinazione del suo dono e dobbiamo promuovere la donazione come un momento felice. È l’occasione per superare modalità superate e organizzare nuovi sistemi formativi e gestionali. L’etica e la difesa della gratuità della donazione si devono aprire ai giovani, perché abbiamo bisogno della loro energia e della loro adrenalina”.
Paolo Monorchio Coordinatore pro-tempore Coordinamento Interassociativo Volontariato Italiano Sangue ha immesso nel discorso di questo World Blood Donor day alcune criticità da superare. Criticità note, eppure complesse, che si possono vincere solo con l’impegno sinergico. “Dona il sangue e fai battere il mondo – ha detto Monorchio – è il claim dell’evento e in realtà si tratta di una spinta a donare. Il mondo è cambiato più di quanto ci aspettassimo, ma i donatori hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo assicurando le donazioni e le terapie trasfusionali. Le associazioni hanno perseguito il loro impegno con le donazioni di sangue e di plasma, ed è necessario ringraziare i donatori per un dono anonimo gratuito e responsabile, ma bisogna ringraziare anche i medici trasfusionali e le istituzioni. Decisiva la capacità di fare rete, che in Italia ha consentito il raggiungimento di tre obiettivi che vorremmo espandere nel mondo: la sicurezza, che in Italia è al massimo livello; l’universalità, perché in tutto il mondo si deve raggiungere. Infine l’azione concreta, che è assolutamente necessaria. Ci sono anche delle criticità, come l’invecchiamento dei donatori. I giovani dovrebbero garantire la continuità d donazione ma questo avviene in modo più difficoltosa. Bisogna fare lo sforzo di dar lo delle informazioni esatte per stimolarli alla donazione attraverso il presidio dei luoghi dove i giovani sono più presenti, come i social. Il volontariato è un mondo meraviglioso”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il videomessaggio di Silvio Brusaferro, Presidente Istituto Superiore di Sanità, che ha anche ricordato l’impatto drammatico dell pandemia: “Il nostro paese ha risposto in modo straordinario a un evento straordinario come la pandemia. Tutti anche i cittadini, e tra di loro voglio ricordare i donatori, che anche nel pieno della fase di pandemia non hanno fatto venire meno la loro capacità di dono. Molte pratiche assistenziali richiedono l’uso del sangue, pratiche con patologie complesse come i trapianti, per cui c’è bisogno spesso di una disponibilità in tempi rapidi. L’Italia, nel dono del sangue ha una grande tradizione, ma bisogna tramandarla ai giovani”.
Vincenzo De Angelis Direttore Centro Nazionale Sangue, da padrone di casa, ha invece descritto un quadro di azione e intervento generale: “Nei nostri centri trasfusionali aspettiamo soprattutto i giovani e le donne. Vogliamo rendere omaggio ai donatori e sensibilizzare tutte le persone sull’importanza delle donazioni regolari per tutta la comunità. Il bisogno del sangue è universale, ma purtroppo l’accesso non lo è. Tutti i paesi hanno bisogno di donatori non remunerati, e quindi in questa giornata vorremmo chiedere ai governi di fornire le risorse adeguate e far crescere il numero di donatori di sangue non remunerati. La possibile esposizione dei donatori di sangue al Covid-19 era un rischio forte, ma i donatori hanno continuato a donare, e ciò sottolinea il ruolo fondamentale dei donatori per garantire l’approvvigionamento adeguato di sangue sicuro in ogni situazione. È importante reclutare nuovi donatori. Il nostro messaggio speciale del World Blood Donor Day, dona sangue e mantieni il mondo in vita, rafforza l’appello globale affinché sempre più persone possano garantire in qualsiasi luogo una salute migliore. I giovani hanno idealismo, entusiasmo e creatività, e su queste basi possiamo promuovere i valori comunitari dell donazione e incoraggiarli a raccogliere la chiamata umanitaria”.