Gli anticorpi monoclonali in Italia
Cosa sono e qual è la loro efficacia

2021-05-20T14:39:02+02:00 19 Maggio 2021|Attualità|
di Valerio Valeri

L’uso degli anticorpi monoclonali in Italia è stato autorizzato, in via sperimentale e in situazioni d’emergenza, il 6 febbraio scorso con un decreto del ministero della Salute. A marzo il governo ne ha acquistate 150.000 dosi, con una spesa complessiva di circa 100.000.000 di euro.
Il farmaco in questione da due mesi viene somministrato ai pazienti Covid che manifestano sintomi lievi, per evitare che le condizioni si aggravino. Le regioni coinvolte, al momento, sono Liguria, Lazio, Toscana e Campania.

Che cosa sono i monoclonali

Sono farmaci basati sugli anticorpi prelevati dal plasma di pazienti convalescenti. Il loro punto di forza, che li rende alleati alla lotta contro il Coronavirus – anche se la loro reale efficacia è ancora oggetto di studio – è quello di saper riconoscere gli antigeni del virus. Il loro utilizzo non è del tutto nuovo: vengono già somministrati a pazienti con il cancro o a chi soffre di forti emicranie.

Chi li produce

Gli anticorpi acquistati dall’Italia sono quelli dell’azienda Eli Lilly (bamlanivimab) e Regeneron (che unisce imdemivab e casirimivab). La loro efficacia, come detto, non è ancora ben definita poiché l’utilizzo è limitato a un numero basso di pazienti e solo a determinate condizioni, ma si aggira sul 70%.

Chi può riceverli

Non tutti i pazienti affetti da Covid-19 posso avere accesso alla cura tramite anticorpi monoclonali. In una dettagliata tabella pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale contestualmente all’uscita del decreto ministeriale, vengono elencati tutti i casi in cui è possibile procedere. In linea generale, si tratta di pazienti lievi sopra i 12 anni d’età e con almeno un fattore di rischio. Per chi ha oltre i 65 anni dovranno esserci almeno due fattori di rischio e il primo è l’età stessa. Importante è che il paziente non manifesti i sintomi del virus da oltre dieci giorni.

La sede Aifa a Roma, in via del Tritone

I monoclonali in Europa e negli USA

L’Agenzia Europea del Farmaco ha autorizzato l’utilizzo degli anticorpi monoclonali lo scorso 26 febbraio, per agire sui pazienti che possono progredire velocemente verso uno stato più grave della malattia. Nello specifico, è stato dato il via libera alla somministrazione del “cocktail” di anticorpi dell’americana Regeneron, che curò dal Covid in tempi record l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. A gennaio la Germania ha acquistato 200.000 dosi di anticorpi, distribuendole nei policlinici universitari tedeschi. L’11 marzo la Vir Biotechnology insieme all’industria farmaceutica britannica GlaxoSmithKline hanno presentato istanza di autorizzazione all’uso di emergenza negli Stati Uniti e in altri paesi. Proprio ieri, martedì 18 maggio, il Gruppo Biofarmaceutico Innovent e la Eli Lilly hanno ottenuto un primo via libera dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti di mettere sul mercato il “Sintilimab PD-1 anticorpi monoclonali”, un farmaco biologico innovativo, che ora entrerà in una fase formale di revisione.

C’è chi dice no

Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, in un’intervista di fine aprile a “Famiglia Cristiana” però si è scagliato contro l’utilizzo dei monoclonali: “In America non li usano più – sostiene – perché non funzionano. In Italia sono stati imposti da una lobby d’interesse”. Per Crisanti “le immunizzazioni più rilevanti sono quelle tramite i vaccini Astrazeneca e Johnson&Johnson, sono estremamente sicuri”.