La nuova sala aferesi di Brescia
Moderna e a servizio dell’autosufficienza

2021-05-18T14:50:04+02:00 18 Maggio 2021|Attualità|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Una sala tutta nuova, che servirà a offrire un servizio trasfusionale migliore a tutta la comunità di zona e, si spera, a intensificare la raccolta plasma via aferesi a Brescia e provincia. Una condizione che, se soddisfatta, potrebbe dare la spinta a tutto il sistema trasfusionale italiano  e ad altre realtà sul territorio, verso un’autosufficienza sul plasma che è uno degli obiettivi strategici del Ministero della Salute per i prossimi anni.

Brescia si propone dunque come eccellenza in fatto di raccolta sangue, così come ha spiegato il presidente di Avis nazionale nei giorni scorsi, quando la nuova sala bresciana è stata inaugurata e noi abbiamo raccontato l’evento.

Per conoscere tutto su aspettative e funzioni che questo luogo così atteso ha suscitato nei volontari, abbiamo intervistato Gabriele Pagliarini, presidente di Avis provinciale Brescia. Ecco cosa ci ha detto.

Presidente Pagliarini, qualche giorno fa a Brescia è arrivata una nuova sala per l’aferesi, ce la descrive e ci racconta com’è nata l’idea di crearla?

La descriverei come una sala accogliente, dedicata alla sola raccolta di plasma, piastrine ed emocomponenti. Come è nata. Non è stata solo un’idea ma una visione sul futuro, visto che le normative, secondo le previsioni, a breve andranno verso una distinzione di ambienti separati per la raccolta di sangue intero e di plasma.

L’inaugurazione della sala avvenuta nei giorni scorsi a Brescia

 

La nuova sala punta ad accrescere la raccolta nel nome dell’autosufficienza, ci spiega perché quest’ultimo è un obiettivo importante?

L’autosufficienza è un obbiettivo importantissimo per avere una programmazione e una raccolta sicura da donatori periodici di plasma ed emoderivati da utilizzare in campo della lavorazione per la creazione di farmaci salvavita.

Sappiamo che il mercato globale del plasma ha un leader forte, gli Stati Uniti. In quali rischi potrebbero incorrere i pazienti italiani in caso di un’autosufficienza che non cresce?

Rischi non saprei, l’argomento è abbastanza complesso. Sicuramente non raggiungere l’autonomia sarebbe più una difficolta nel reperire farmaci derivanti dal plasma e questo ci metterebbe nella condizione di triplicare gli sforzi per fare in modo che il plasma non manchi… la sala qui a Brescia ci aiuterà ad avere maggior raccolta in maggior sicurezza e comfort.

La sala naturalmente consentirà la raccolta di plasma iperimmune, di pazienti guariti e di vaccinati. Il plasma iperimmune è quindi per voi una risorsa importante su cui è meglio operare un bancaggio per essere utilizzato come trattamento clinico o come base per immunoglobuline?

La raccolta di Plasma iperimmune? Non dipende da Avis ma dalle necessità e programmazione dell’ASST Spedali Civili, con cui abbiamo lavorato a stretto contatto per garantire le giuste informazioni ed il corretto percorso a tutti i donatori che in modo silenzioso e anonimo si son messi a nostra disposizione.

Come si fa a convincere i giovani a donare plasma?

È compito dell’associazione sensibilizzare e indirizzare i donatori anche su questa strada, a volte donatori che per motivi vari non possono donare sangue intero sono però idonei per la donazione di plasma. In questo caso bisogna essere tempestivi nel sensibilizzare il donatore e non perdere questa risorsa umana preziosa. Spesso i ragazzi son ben informati e consci di quanto questo gesto sia importante, e senza troppe domande, pur con qualche paura si mettono a disposizione del prossimo.

Come sono stati questi ultimi mesi sul territorio per le associazioni? La pandemia ha complicato il lavoro?

Sicuramente non facili, dover mettere in campo procedure e protocolli dedicati alla sicurezza dei donatori ci è costato molta fatica, ma come volontari non ci siamo tirati indietro e i risultati credo si possano vedere e apprezzare nei numeri. Soprattutto siamo orgogliosi di non aver mai lasciato soli i volontari, i donatori e tutti quelli che su di noi fanno affidamento.

E dal prossimo futuro cosa si aspetta?

Speriamo solo un futuro che ci dia ancora la possibilità di interagire con i nostri donatori nel modo in cui ci siamo distinti in questi anni. Per la raccolta di sangue e plasma vedo sicuramente un raggiungimento degli obbiettivi: tutta l’Avis ha ben chiaro gli obiettivi da raggiungere e come raggiungerli, potendo contare su una classe dirigente molto attenta.