Le cure a base di anticorpi anti-Covid
Tutto su monoclonali e immunoglobuline

2021-05-03T12:28:54+02:00 27 Aprile 2021|Attualità|
anticorpi di Laura Ghiandoni

Dopo oltre un anno di ricerca di una cura contro il Covid-19 in Italia nell’ultimo periodo cominciano ad essere disponibili alcune cure capaci di intervenire prontamente su pazienti nel primo stadio della patologia. Queste terapie, gli anticorpi monoclonali – e in un futuro forse anche le immunoglobuline – derivano dall’utilizzo consapevole del plasma ricco di anticorpi di chi è guarito dal virus.
Vediamo da vicino quali sono alcune delle terapie oggi già presenti sul territorio e quali sperimentazioni esistono nel mondo.

Gli anticorpi monoclonali in Italia

Oggi l’Italia utilizza i monoclonali delle aziende Regeneron ed Eli Lilly, acquistati in 38mila dosi, dopo l’approvazione del governo a febbraio.
Sul nostro territorio sono attualmente in corso vari tipi di sperimentazione. Primo fra tutti lo studio della Fondazione Toscana Life Sciences di cui ha già spiegato bene gli sviluppi la dottoressa Claudia Sala, Senior Scientist del MAD Lab Toscana Life Sciences.
L’Italia attende il completamento di un’altra sperimentazione, quella dei monoclonali della multinazionale AstraZeneca.
L’azienda al momento sta provando con successo i propri anticorpi su alcuni pazienti che hanno aderito allo studio condotto dal professor Francesco Menichetti, nell’azienda ospedaliero universitaria pisana. La ricerca è stata avviata circa un mese fa e coinvolge, oltre Pisa, altri 5 centri italiani e un centinaio di ospedali in tutto il mondo.

I monoclonali nel mondo e la lotta alle varianti di Sars-CoV-2

Gli anticorpi monoclonali curano le varianti di Sars-CoV-2? È la domanda che si sta ponendo il mondo della scienza dopo aver visto una decina di giorni fa il deciso passo indietro della Food and Drug Administration (FDA).
L’agenzia statunitense ha revocato l’autorizzazione per l’uso emergenziale del bamlanivimab somministrato come unica terapia contro il Covid-19 in casi di pazienti pediatrici e adulti con infezione lieve o moderata con rischio di peggioramento.
La causa che ha determinato la scelta è l’aumento della circolazione delle varianti del virus sulle quali il farmaco – utilizzato da solo – non ha efficacia.

Allo stesso tempo sono confermati efficaci i monoclonali – incluso il bamlanivimab – con utilizzo combinato: approvati quindi Regen-Cov (casirivimab e imdevimab, quando somministrati insieme) and bamlanivimab e etesevimab, quando somministrati insieme.

Il monoclonale bispecifico contro le varianti di Covid-19

Per affrontare la questione delle varianti del virus, che ha messo a dura prova le ultime terapie sviluppate, in Europa, oggi è in corso uno studio per la realizzazione di anticorpi monoclonali detti ‘bispecifici’, chiamati CoV-X2.

La ricerca – già pubblicata dalla prestigiosa rivista Nature e alla quale hanno partecipato moltissimi ricercatori italiani tra cui anche il dottor Fausto Baldanti dell’ospedale San Matteo di Pavia – per sconfiggere le varianti propone un nuovo farmaco, che combinerebbe i vantaggi di un cocktail di anticorpi tutto speciale, capace di neutralizzare vari tipi di Sars-CoV-2 e vari tipi di variante. L’anticorpo monoclonale bispecifico sarebbe inoltre capace di contrastare le possibili mutazioni del virus.

Le immunoglobuline specifiche contro il Covid-19

Su DonatoriH24.it abbiamo già parlato delle immunoglobuline, terapia contro il Covid-19 che continua a rappresentare una speranza per il futuro, e che speriamo possa arrivare presto in Italia.
Le immunoglobuline specifiche contro il Covid-19 sono un cocktail di anticorpi prodotto direttamente sia dal plasma dei guariti che dal plasma dei vaccinati.

Proprio su questo tema, un incoraggiamento alla donazione di plasma dei vaccinati, qualche tempo fa è venuta dallo stesso presidente Avis, Gianpietro Briola, il quale ha invitato alla donazione soprattutto i già vaccinati che – come dimostrato da uno studio compiuto sui medici dell’ospedale milanese Niguarda – possiedono nel loro sangue un’eccellente quantità di anticorpi contro il Covid-19.
Briola ha detto: “Dal punto di vista tecnico è una soluzione ottimale, i vaccinati maturano gli anticorpi e possono donare plasma iperimmune per creare immunoglobuline, esattamente come avviene per l’epatite b o per il tetano. Bisogna approfondire con studi specifici che sono già in corso”.

A che punto è la sperimentazione delle immunoglobuline specifiche nel mondo?

Nonostante l’ambiente scientifico continui ad avere fiducia in questo tipo di terapia, mentre gli studi proseguano in varie parti del mondo, il 2 aprile di quest’anno la CoVlg-19 Plasma Alliance, gruppo di aziende leader di settore, di cui fa parte anche la multinazionale Takeda, ha indicato che la fase tre dello studio clinico del trattamento con immunoglobuline iperimmuni anti-Coronavirus (Itac) – sponsorizzata dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), e parte del National Institutes of Health (NIH) americano – non ha portato a risultati rilevanti riguardo ad un possibile miglioramento dei pazienti affetti da Covid-19.

L’organizzazione ha ringraziato le aziende per il supporto offerto finora e dello sforzo sinergico compiuto e detto che, gli ultimi risultati, anche se deludenti, non fermeranno la ricerca.

Allo stesso percorso – per la creazione del cocktail di anticorpi efficace per la somministrazione nei pazienti di Covid-19 – è avviata oggi la sperimentazione sulle immunoglobuline dell’italiana Kedrion Biopharma, insieme all’israeliana Kamada Ltd.

Amir London, l’amministratore delegato della Kamada Ltd parlando della collaborazione con Kedrion Biopharma al giornale Le Fonti TV, ha detto: “Kamada è responsabile della produzione e dello sviluppo clinico, mentre Kedrion Biopharma si occupa di raccogliere il plasma dai pazienti guariti e di sostenere il lavoro di sviluppo. Siamo molto soddisfatti di questa cooperazione di successo e per il futuro siamo in discussione con diverse autorità sanitarie e regolatorie in tutto il mondo per rendere disponibile questa terapia anche in altri paesi”.