Donare il plasma contro le immuno- deficienze primitive, in corso l’IP week

2021-04-27T16:21:53+02:00 26 Aprile 2021|Attualità|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Spiegare che sono tantissime le malattie rare che hanno bisogno dei farmaci plasmaderivati salvavita per poter essere curate attraverso terapie molto delicate ma decisive per la salute e le prospettive di vita dei pazienti, è sicuramente un modo efficace per aumentare le donazioni di plasma.

La conoscenza è potere, è azione, è senso di comunità, e un gesto come il dono del sangue che comporta l’offerta di una parte concreta di noi non può che fortificarsi e venire più naturale nel momento in cui cresce anche la nostra consapevolezza, sia di quanto benessere donare procura a chi compie il gesto, sia del benessere che può procurare al prossimo.

Ormai da undici anni, la settimana mondiale contro le immunodeficienze primitive, cade dal 22 al 29 aprile proprio allo scopo di fortificare tale consapevolezza collettiva. Consapevolezza del fatto che esistono oltre 350 malattie genetiche rare che dipendono da disfunzioni parziali o totali del sistema immunitario.

I numeri parlano chiaro: le immunodeficienze primitive (che si chiamano primitive quando la mancata piena funzionalità del sistema immunitario è ascrivibile a difetti genetici) colpiscono circa 6 milioni di persone nel mondo, anche se un numero altissimo, tra il 70 e 90 per cento di loro, resta senza diagnosi.

La maggior parte di queste malattie di cura con terapie legate a farmaci salvavita plasmaderivati, come spiega perfettamente il sito www.worldpiweek.com, grazie a infografiche efficaci e molto esplicative come la seguente:

Perché donare plasma sul sito www.wordlpiweek.com

Trattamenti di lunga durata a base di immunoglobuline possono infatti consentire ai pazienti di immunodeficienze primitive una vita serena, produttiva e soddisfacente.

Ritornano dunque in voga gli appelli e le analisi che nelle ultime settimane abbiamo portato avanti su Donatorih24, per spingere tutti i cittadini a donare, in vista di una difficile quanto necessaria autosufficienza ematica nazionale, oggi ferma al 70-75 per cento ma da raggiungere come obiettivo strategico nel più breve tempo possibile.

A sottolineare come la settimana mondiale delle immunodeficienze primitive sia un altro dei tanti momenti utili a far entrare stabilmente il tema del plasma nel dibattito pubblico, ecco le parole di Giovanni Musso, presidente Fidas, sul legame tra donatore e paziente, con un esempio a tema Covid-19 che spiega bene la condizione di chi non può andare avanti senza plasmaderivati: «Invito tutti i donatori a conoscere più da vicino la realtà che vivono le persone affette da Immunodeficienze Primitive – ha detto Musso –   molti di noi in questo periodo vivono un senso di disagio procurato dal distanziamento sociale, dalle mascherine e dalle tante misure alle quali dobbiamo attenerci per preservare la nostra salute e quella di chi ci vive accanto. Eppure chi è affetto da Immunodeficienze Primitive viveva questa situazione ancor prima del Covid-19: prevenire ogni possibile infezione era fondamentale per le persone affette da immunodeficienze primitive ancor prima della pandemia. Possiamo ben capire il disagio vissuto da questi pazienti. Per loro è fondamentale una terapia salva-vita alla quale ognuno di noi può contribuire donando il proprio plasma. Nella Settimana Mondiale delle Immunodeficienze Primitive invito tutti a prenotare la propria donazione di plasma e a promuoverne il dono tra amici e parenti o sui propri canali social: doniamo vita, doniamo il plasma!».